Far East Film Festival 2021: la recensione di TIME
Nel cinema di Hong Kong non c’è da stupirsi se in una black comedy dolceamara che è un’elegia alla terza età e alla solitudine degli anziani i protagonisti sono… tre assassini di professione. Dopo un incipit godurioso, una tarantinata che omaggia il cinema anni 70 e racconta le imprese di goventù, ritroviamo a distanza di anni il killer Chau e i suoi due complici ormai nel declino della terza età. Lui ha prestato le sue eccezionali doti con il coltello al mondo culinario, ma viene pensionato a favore di uno chef-robot e si ricongiunge a Fung, cantante di un locale e nonna, e all’autista Chung con cui crea una curiosa società: il loro lavoro è dare la morte a persone anziane e malate troppo disperatie per continuare a vivere. L’incontro con un’adolescente abbandonata cambierà però le carte in tavola.