Bifest 2014: altri film da Panorama Internazionale

controra cover uDidi papa di Irakli Kochlamazashvili, Russia-Georgia 2014

In un piccolo villaggio rurale in Georgia si riannodano i rapporti tra generazioni. I nonni e i bisnonni sono gli unici ad abitare ancora la loro terra e a custodire le tradizioni. I figli emigrati hanno perso ogni legame con il loro passato. I nipoti, almeno quelli sopravvissuti alle guerre fratricide, vivono con superficialità il loro tempo. Incentrato su due carismatiche figure di anziani (uno dei due è interpretato dal padre dello stesso regista), il film racconta con semplicità lo stato delle cose nella martoriata terra georgiana. Non privo di momenti suggestivi sul piano visivo, Didi papa (bisnonno in georgiano) sceglie un tono elegiaco per catturare la dura realtà di un paese negli ultimi anni sconvolto dalle guerre e dalla povertà. Toccante e sincero, riuscito nonostante qualche piccola ingenuità narrativa.

 

Voto: 2,5/4

Pas son genre di Lucas Belvaux, Francia 2014

Clement è un giovane professore di filosofia parigino, Jennifer una parrucchiera di provincia. Complicato, represso, sottilmente misogino lui. Solare, verace, un po’ sempliciotta lei. Quando Clement viene trasferito ad Arras tra i due, grazie ad un fortuito taglio di capelli, scocca la scintilla imprevista e imprevedibile dell’attrazione. Con l’inevitabile conseguenza di un confronto tra due antitetici mondi ed ambienti culturali. Se il film del belga Belvaux funziona sul piano registico, giocando di sottrazione con una messa in scena sobria e delicata, meno efficace risulta la caratterizzazione dei personaggi. Più riuscita senza dubbio nel personaggio femminile (la bella e solare Emilie Dequenne), la caratterizzazione dei protagonisti cade nella trappola degli stereotipi e indulge in qualche eccesso letterario di troppo.

Voto: 2/4

Controra di Rossella De Venuto, Italia 2013

Coppia italo-scozzese torna in Puglia, paese natale del marito, per questioni legate all’eredità. Nel borgo natio li attende una antica casa abbandonata, teatro in passato di una oscura vicenda familiare e abitata, come prevedibile, da presenze spettrali. Se realizzare un film di genere in Italia, nel 2013, non è cosa frequente, ancora più insolito è che lo abbia fatto una donna alla sua opera prima. Premesse di certo interessanti e coraggiose che però, purtroppo, finiscono per naufragare in un film non certo memorabile. La rappresentazione della Puglia è quella turistica dei luoghi da cartolina (gli ulivi, le cattedrali, i centri storici) e degli stereotipi facili (le processioni, le credenze popolari, il familismo meridionale). E i momenti forti del film, che non nasconde ambizioni da horror gotico, sono spesso poco felici, se non addirittura risibili. Il tutto è reso ancora più posticcio da una pessima traccia di doppiaggio in italiano che copre le voce di attori (italiani e non) che recitano le battute originali in inglese.

Voto: 1,5/4