Cannes 67 – Giorno 7. Zhang Yimou e i Dardenne
COMING HOME di Zhang Yimou (2014)
Presentato fuori concorso, l’ultimo lavoro del regista cinese Zhang Yimou è improntato sul tema del ritorno. Non solo la vicenda che mette in scena racconta di un uomo che torna alla propria casa dopo tantissimi anni di assenza, ma è come se il regista stesso decidesse di tornare un po’ sui suoi passi cinematografici scegliendo di lavorare ancora una volta con l’attrice Gong Li (ottima la sua interpretazione in questa pellicola) e sul melò classico, proprio come ha fatto per i titoli meno recenti della sua filmografia. Coming Home è un film che funziona pur non raggiungendo vette elevatissime, mirato, sin dall’inizio, a far commuovere il pubblico e che dimostra come il regista abbia ancora qualcosa da dire a livello cinematografico, regalando alcune sequenze memorabili, soprattutto quelle prive di dialoghi.
Voto: 2,5/4
DEUX JOURS, UNE NUIT di Jean-Pierre e Luc Dardenne (2014)
L’atteso ritorno dei fratelli belgi sulla Croisette è un film potenzialmente forte ma approfondito solo in parte. Come sempre molto legati alla quotidianità, sia come stile di regia (che in questa pellicola sembra essere un po’ più affaticata e meno potente visivamente che negli altri titoli) sia nei contenuti (al centro c’è l’odierna crisi economica che ostacola la vita di tutti i personaggi in scena), i fratelli seguono le azioni e le emozioni di Marion Cottilard (un po’ meno brillante del solito e un po’ troppo frignona) cercando di indagare la moralità delle scelte umane. Riuscito nella prima parte, il discorso diventa un po’ ripetitivo e prolisso nella seconda, senza mai scavare un più a fondo di quanto forse dovrebbe, facendo centro però nella sua intenzione di mettere lo spettatore nei panni dei personaggi e di lasciarlo davvero in balia della scelta che ad essi si presenta. Il tutto si conclude con un finale che dividerà il pubblico tra chi lo reputerà un vero schiaffo di giustizia, necessario di questi tempi, e chi invece penserà sia troppo furbo, studiato apposta per strappare applausi e buonista. A voi la scelta, di nuovo.
Voto: 2,5/4
Simone Soranna
TOURIST di Ruben Ostlund (2014)
Presentato nella sezione “Un Certain Regard”, il film prova a seguire da vicino una crisi familiare filmandola in maniera solida e precisa, in un’opera complessivamente angosciante e sarcastica nello stesso momento. La vita di coppia e le sue dinamiche vengono analizzate attentamente, tra difficoltà e compromessi da raggiungere.
La pellicola inizia molto bene soprattutto grazie ad una potentissima scena che riprende l’arrivo di una valanga, ma poi si sfilaccia un po’ verso la conclusione.
Voto: 2,5/4
JAJUJA di Lisandro Alonso (2014)
Altra opera presentata in Un Certain Regard è Jauja, nome che si riferisce ad una sorta di terra mitologica in cui ricchezza e prosperità . Tutti provano a raggiungerla, ma nessuno ci riesce per via dell’arduo cammino da intraprendere per raggiungerla. Avvalendosi di una buona interpretazione di Viggo Mortensen il film, seppur imperfetto, ha la capacità, soprattutto nel notevole finale, di catturare l’attenzione dello spettatore che, dopo un inizio piuttosto ostico, non riuscirà più a staccare gli occhi dallo schermo. Magnetico.
Voto: 2,5/4
Andrea Chimento