E.T.-L’EXTRATERRESTRE di Steven Spielberg (1982)

etSembra che ultimamente nelle sale cinematografiche ci sia la tendenza a restaurare e riproporre film storici, classici, ormai entrati nella cultura generale. Povertà del cinema contemporaneo? Semplice desiderio di mettere dei capolavori a disposizione per chi non ha avuto la fortuna di nascere negli anni della loro uscita? Operazione di marketing? Non si sa, ma quel che è certo, oltre al sold out di ognuno, è che dopo Il Re Leone, La Bella e la Bestia e La Carica dei 101 firmati Disney, Titanic di James Cameron (in 3d), C’era una volta in America di Sergio Leone, Le Iene di Quenin Tarantino e Ritorno al Futuro, di Robert Zemeckis, ora è il turno di E.T. – L’Extraterrestre, di Steven Spielberg. Alzi la mano chi non ne ha mai sentito parlare o chi non ha mai visto la celebre corsa delle biciclette fluttuanti al chiaro di luna piena, omaggio evidente ad uno dei capolavori di Vittorio De Sica, Miracolo a Milano, del 1951. E non è un caso che il creatore degli effetti speciali di E.T., premiato con l’oscar, sia proprio un italiano, Carlo Rambaldi, scomparso il 10 agosto scorso. Una grande soddisfazione per l’Italia, che con Rambaldi ha raggiunto le statuette anche per Alien e King Kong, mentre con Steven Spielberg ha collaborato ancor prima di E.T., per Incontri ravvicinati del terzo tipo.

 

 

La storia del piccolo Eliot e dell’alieno buono è qualcosa di completamente innovativo, soprattutto perché – si veda Alien – l’immagine dell’extraterrestre non era certamente idilliaca. È come se Spielberg avesse deciso di rivalutare le figure aliene, andando oltre il pregiudizio e dando un messaggio di accoglienza della diversità, oltre che di speranza verso un futuro migliore. E viene da sorridere pensando che la Columbia Pictures rifiutò di produrlo definendolo “un film stupido alla Walt Disney”, spianando la strada alla Universal per una delle produzioni più redditizie dell’intera storia del cinema. All’assoluta assenza di lungimiranza della Columbia si contrappose l’immenso talento e l’immenso genio di Spielberg, che con le sue idee e con la sua voglia di divertire facendo bel cinema si è pian piano ritagliato un posto nell’olimpo della settima arte. Dopo 20 anni dall’uscita nelle sale, quando riuscì nell’impresa di superare al botteghino anche Star Wars, E.T. viene riproposto in versione restaurata, in modo che per ogni amante del cinema, quello vero, sia possibile ascoltare nuovamente (o per la prima volta sul grande schermo) la celeberrima «telefono casa», all’interno di una storia che ha commosso ed emozionato 20 anni fa e che si merita l’etichetta di “senza tempo” come poche altre al mondo. Last but not least: John Williams e la sua colonna sonora indimenticabile, senza la quale probabilmente l’aspetto iconografico funzionerebbe meno, fondamentale per l’impatto emotivo cercato, voluto e ottenuto da Spielberg. Ora non resta che aspettare che le luci si spengano, che scenda il silenzio e che inizino, nuovamente, i titoli di testa.

 

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