EVANGELION 1.0 e 2.0 di Hideaki Anno (2007 e 2009)
GOD’S IN HIS HEAVEN ALL IS RIGHT WITH THE WORLD
ovvero
UNA DOVEROSA INTRODUZIONE AD EVANGELION
Rivoluzionario. – Caratterizzato da profonde trasformazioni rinnovatrici / Apportatore di radicali rinnovamenti – aggettivo che ben si adatta a quello che, a partire dalla meta degli anni ’90, Neon Genesis Evangelion ha rappresentato per il mondo degli anime.
Pur rifacendosi al classico archetipo dell’ animazione robotica degli anni ’70, l’ opera di Hideaki Anno ne scardina fin da subito la struttura “verticale” (il robot affronta un nemico, lo sconfigge e si ricomincia così nell’ episodio successivo) proponendo soluzioni narrative che vanno dal cliffhanger, ai flashback, fino a degli approcci totalmente sperimentali di alcuni particolari episodi dedicati all’ approfondimento e all’ introspezione psicologica dei protagonisti. Neon Genesis Evangelion infatti, oltre a raccontare di un’umanità scampata all’ Apocalisse che (apparentemente) lotta per la propria sopravvivenza, ispirandosi apertamente alla Cabala e ai Vangeli apocrifi, è una serie che si focalizza sui personaggi, li scompone fino a metterne a nudo le (umane) debolezze ricorrendo in più di un’ occasione al linguaggio psicanalitico.
Fra tutti, il lavoro più complesso è quello fatto sul protagonista principale, Shinji, adolescente problematico che di punto in bianco si trova “quasi” costretto a pilotare un Evangelion, una macchina dalle sembianze umanoidi costruita per fermare gli attacchi degli Angeli, creature il cui unico scopo sembra essere l’ annientamento dell’ umanità. L’ attenzione che Anno rivolge a Shinji è talmente ampia e profonda che gli ultimi due episodi della serie sono a lui completamente dedicati, arrivando a completare il percorso di crescita e definizione del personaggio ma tralasciando completamente tutto il resto, lasciando gli spettatori senza una vera e propria conclusione.
Essendo una serie basata per il suo 80% sull’ azione, tra l’altro di altissimo livello, la fine scelta da Anno (probabilmente per evidenti problemi di budget) conquista il plauso della critica ma lascia i fan sconcertati e furiosi tanto che, pochi anni dopo, forte del successo internazionale riscosso, il regista giapponese decide di rivedere il finale della serie con due film cinematografici Neon Genesis Evangelion Death and Rebirth e The End of Evangelion. Dove il primo serviva da recap dell’ intera serie e da introduzione alla nuova conclusione, il secondo film propone il remake degli ultimi due episodi nei quali si racconta tutto ciò che gli spettatori desideravano sapere ma, con un colpo di coda da maestro, proponendo un finale ben più cupo e meno accomodante del precedente.
Nonostante abbia messo un punto fermo alla sua mastodontica creatura, Anno è perfettamente consapevole che l’ importanza di Neon Genesis Evangelion avrebbe continuato a produrre la sua eco anche nel nuovo millennio ed così che, poco più di dieci anni dopo, inizia il progetto “Rebuilt”.
EVANGELION 1.0 – YOU ARE (NOT) ALONE di Hideaki Anno, Masayuki, Kazuya Tsurumaki (2007)
Ho riflettuto sulla ragione di rivolgersi, oggi, a un titolo del passato, di oltre 10 anni fa.
Sento che Eva ormai è vecchio.
Ma negli ultimi 12 anni non ci sono stati anime più nuovi di Eva.
Hideaki Anno
I maligni potrebbero leggere unicamente presunzione nelle parole con cui Anno introduceva il suo nuovo, ambizioso progetto, eppure, spulciando nel mare di anime prodotti in terra giapponese nell’ ultima decade, quanti possono dire di aver lasciato davvero il segno (nel bene e nel male) come Evangelion?
Da queste basi nasce e si sviluppa il progetto “Rebuilt” che, attraverso quattro lungometraggi cinematografici, si propone di rinarrare la storia di Evangelion aggiornandola per il pubblico di oggi strizzando l’ occhio con fare quanto mai furbo allo zoccolo duro dei fan della serie. Partendo da un materiale originale già di per se ottimo, il regista giapponese, coadiuvato da uno studio d’ animazione nuovo di zecca, opera un lifting tecnologico sulla sua creatura che, grazie a nuove animazione e all’ utilizzo della computer grafica, ritrova una nuova giovinezza scrollandosi di dosso con disinvoltura gli anni che porta sulle spalle.
Se da un punto di vista puramente visivo e tecnico l’ operazione Rebuilt può definirsi un successo, non è facile affermare altrettanto se si giudica Evangelion 1.0 dal punto di vista della storia che vuole raccontare, soprattutto se si fa parte di quel pubblico che seguì l’ anime fin dalle sua prima distribuzione: il film riassume, con alcuni passaggi forse un po’ troppo frettolosi, i primi sei episodi della serie concedendosi solo alcune evidenti e meno evidenti “licenze” dall’ originale capolavoro Gainax, disseminando indizi e costruendo con la solita ambiguità i segreti sui cui si poggia tutta la narrazione.
Tolto quindi l’ aspetto puramente tecnologico, questo primo film di Evangelion appare un po’ fine a se stesso in quanto non prende davvero le distanze dal passato ma si limita ad operare un remake per rimanere al passo con i tempi. Impossibile però esprimere un giudizio definitivo sull’ operazione Rebuilt dopo un solo lungometraggio, per il quale si aspetta di poter osservare l’ opera nel suo complesso dopo il quarto ed ultimo film.
Voto: 2,5/4
EVANGELION 2.0 – YOU CAN (NOT) ADVANCE di Hideaki Anno, Masayuki, Kazuya Tsurumaki (2009)
Nell’ anno 2000 l’ umanità è arrivata ad un passo dall’ estinzione: le fonti ufficiali riportano che un gigantesco meteorite cadde sull’ Antartide provocando l’ innalzamento delle acque ed uno spostamento dell’ asse terrestre. L’ evento, ribattezzato come “Second Impact” causò miliardi di morti e perenni sconvolgimenti climatici ma l’ uomo riuscì ancora una volta a sopravvivere. Quindici anni più tardi una nuova minaccia incombe: misteriose creature note come “Angeli” attaccano Neo Tokyo 3, nuova capitale del Giappone. Qui risiede anche la Nerv, organizzazione internazionale fondata per contrastare gli Angeli attraverso l’ uso degli Evangelion, macchine umanoidi multifunzione pilotate da adolescenti adeguatamente selezionati.
Questo è a grandi linee il background che viene introdotto in Evangelion 1.0 che, tra la presentazione di quasi tutti i personaggi principali e le prime tre battaglie contro gli Angeli, non si è distaccato più di tanto da quanto visto nella serie animata.
Il seguito, Evangelion 2.0, fin dalla sequenza d’ apertura mette subito le carte in tavola mostrando apertamente le intenzioni di Anno e del suo staff di iniziare un progressivo allontanamento dalla storia originale inserendo avvenimenti completamente inediti, un nuovo personaggio e un approccio diverso con quelli classici. Ciò comporta che il film risulti godibilissimo sia per il nuovo pubblico che per quello che arriva direttamente dall’ anime.
L’ approccio narrativo continua ad essere piuttosto criptico, votato a porre domande su domande piuttosto che dare risposte chiare e concrete, un atteggiamento che regala al film un tono accattivante ma allo stesso tempo fastidioso, facilmente equivocabile come una mera provocazione verso lo spettatore.
Ciò su cui invece difficilmente ci si potrà trovare in disaccordo è la qualità tecnica generale di Evangelion 2.0: la computer grafica, perfettamente integrata alle normali animazioni, è utilizzate in maniera davvero stupefacente soprattutto nelle frequenti e spettacolari sequenze d’ azione, alcune delle quali capaci di lasciare davvero senza fiato.
Per i diversi motivi sopra esposti, questo lungometraggio risulta essere di gran lunga superiore al precedente e ci conduce a metà del progetto di “ricostruzione” di Evangelion con la sensazione che, alla sua conclusione, ci ritroveremo per le mani un nuovo must dell’ animazione giapponese.
Voto: 3/4
{jcomments on}