Far East Film Festival 2020: #HANDBALLSTRIVE, la recensione
Masuo è un adolescente come tanti, intrappolato in un’ esistenza anonima e apatica dalla quale prova ad emergere grazie ai social. Ed è proprio pubblicando una sua vecchia foto su Instagram, quando tre anni prima giocava a pallamano, che la sua popolarità esplode. Per mantenere vivo questo momento di popolarità metterà insieme una intera squadra virtuale.
Quella delle commedie giovanili ad ambientazione scolastica è un genere molto diffuso nel cinema del Sol Levante. Il momento in cui ci si ritrova a dover chiudere i conti con l’adolescenza e incamminarsi verso l’età adulta è spesso veicolato attraverso lo sport, attività che promuove di base l’altruismo e il sacrificio come valori di riferimento.
Anche #Handballstrive sembra esattamente questo tipo di commedia, ambientata tra l’altro in una piccola comunità che con difficoltà cerca di risollevarsi dai danni causati dal terremoto del 2016. Lo sport è presente ma rimane in qualche modo laterale al discorso principale: Daigo Matsui preferisce parlare dell’impatto dei social media nella società odierna (giapponese nello specifico ma il discorso è ampliabile) soprattutto in un momento così delicato della crescita. Portando lo spettatore a riflettere sull’illusione effimera di popolarità generata da hashtag e algoritmi.
Voto: 2,5/4
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Matteo Soi