Far East Film Festival 2020: LINE WALKER 2 – INVISIBLE SPY, la recensione

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Dopo una serie di violenti attentati, un gruppo di poliziotti si mette alla ricerca di un’organizzazione che da anni ha infiltrato i propri agenti in tutte le forze di polizia del mondo. L’action made in Hong Kong alza la testa e si prende il posto che gli spetta con la pellicola di Jazz Boon Line Walker 2 – The Invisible Spy, un concentrato di puro intrattenimento adrenalinico affidato a tre titani del cinema dell’ex colonia britannica, Nick Cheung, Luis Koo e Francis Ng.

L’energica regia, sempre puntata al centro dell’azione, fa da collante a una storia ricca di elementi ricorrenti nel genere (l’amicizia tra i protagonisti/antagonisti) che non si risparmia in violenza e momenti ad alto tasso drammatico.

La CGI, presente a più riprese, a volte è funzionale mentre in altre sembra quasi una sbavatura eccessiva ma mai così esagerata da rovinare il mood generale, anche quando il film si spinge davvero al limite come nella sequenza già cult dell’inseguimento in auto durante la corsa dei tori di Pamplona.

Voto: 2,5/4

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Matteo Soi