FCAAAL 2016: RYUZO AND THE SEVEN HENCHMEN di Takeshi Kitano

 

Ryuzo and the Seven Henchmen (Ryuzo e i sette scagnozzi) segna il ritorno agli Yakuza movie del poliedrico maestro Takeshi Kitano, assoluto pilastro del cinema orientale da oltre 20 anni. Dopo i precedenti Outrage e Outrage Beyond, film dai toni più cupi rispetto a questo, ma di notevole successo ai box office e apprezzati dalla critica, Kitano gira un film che, se pur d’azione, ha spesso dei toni da commedia. 

Ryuzo and His Sevene Henchmen, infatti, è la storia di Ryuzo, un vecchio uomo con un passato turbolento e violento, essendo un membro di una “famiglia” Yakuza, famosa organizzazione criminale giapponese. Vive con suo figlio, la moglie e suo nipote:e diciamo anche da nonno non è il massimo, dal momento che si diverte a spaventare spesso il bambino. Si ritrova a dover rimanere solo per qualche giorno e dopo aver ricevuto un tentativo di truffa dalla nuova malavita locale, riunisce la sua vecchia banda per formare una nuova “famiglia” e sgominare i neo-delinquenti che agiscono senza cervello e senza un codice etico e morale. La banda è composta da sette vecchi uomini, chi scappato dall’ospedale chi dall’ospizio, tutti con un’abilità speciale, ora evidentemente e comicamente arrugginita.

Gli episodi e le situazioni che si creano sono spesso comiche ed esilaranti, come da commedia classica, almeno per una buona prima parte. Il film, però, ricco di scenette, risulta debole in quanto tutte abbastanza slegate tra di loro e ciò non fa altro che renderlo piatto, prevedibile e a volte banale, lasciando un senso di incompiutezza.

Quello che però non si può negare è il legame che creano tra di loro Ryuzo e suoi sette amici/scagnozzi, mantengono un buon ritmo per tutto il film. Uomini contraddistinti da un forte codice etico oltre che da una grande amicizia, sembrano compensarsi, quasi come un unico personaggio, laddove chiunque di loro non esisterebbe senza gli altri. Un banda, una “famiglia” che, anche se ben lontani, ricordano “gli immortali” di Amici miei e de I soliti ignoti, ma con un risultato ben diverso.

Voto:2/4

Fabrizio Guida