GODLESS, la recensione del primo episodio

 

Crudeltà: È questa la sensazione che si respira dopo i primi minuti di Godless, la nuova miniserie disponibile sulla piattaforma Netflix, creata e diretta da Scott Frank (già sceneggiatore di Minority Report e Logan), con la collaborazione di Steven Soderbergh (Ocean’s Eleven, il nuovo Logan Lucky). Dopo il successo di Westworld, il Western è in ancora in cerca di conferme sul piccolo schermo, per quello che a volte è un genere troppe volte dimenticato e che meriterebbe più attenzioni. L’incipit di apertura è sia spettacolare che macabro allo stesso tempo, con lo scopo di trasmettere nello spettatore la stessa sensazione di atrocità che attraversa chiunque giunga nel centro minerario del New Mexico (teatro della tragedia).

Silenzi, corpi martoriati, ceneri e una ragazza che stringe il corpo di una persona a lei caro, sono gli elementi che evidenziano lo strazio di una cittadina ridotta ormai a brandelli e che sembra implorare a gran voce aiuto. Lo sconforto e lo stupore raggiungono livelli elevati quando si ha la consapevolezza che anche i bambini fanno parte attiva della guerra (cruenta l’immagine dell’impiccagione del bambino). In cerca di riparo dal suo ex suo capo e cacciatore di taglie Frank Griffin (Jeff Daniels), a cui ha inspiegabilmente rubato il bottino dell’ultimo assalto, Roy Goode (Jack O’Connell) una notte giunge in un villaggio, composto nella maggioranza da donne. Sulle loro tracce, c’è lo sceriffo Bill McNue (Scott McNairy) vedovo, senza figli e con un futuro famigliare incerto.

Frank utilizza un’ottima fotografia e buon montaggio per descrivere non solo lo sconvolgente accaduto iniziale, ma anche le vicende alternate dei tre principali protagonisti del racconto. Convince ed è gradevole il primo episodio, che ha come grande pregio quello di esaltare le caratteristiche del buon western, facendo già presagire a un epilogo che molto probabilmente vedrà lo scontro finale, fra i due ex membri della stessa banda. Per il momento però, godiamoci i primi minuti di una serie che sicuramente cercherà di scavare anche nel profondo della vita dei tre personaggi, nella speranza che ritmo e narrazione, che ci hanno accompagnato nella prima ora, siano sempre all’altezza e che non calino mai d’intensità anche nei successivi 6 episodi.

Andrea Carnemolla