Irish Film Festa 2021, le recensioni
L’ìedizione 2021 di Irish Film Festa ha presentato tre film in streaming gratuito, visionabili sulla piattaforma dell’Irish Film Institute. Si tratta di Arracht di Tom Sullivan, Wildfire di Cathy Brady e del documentario The Hunger: The Story of the Irish Famine di Ruán Magan.
ARRACHT
(scritto da Valeria Morini)
Recitato quasi interamente in gaelico irlandese, l’opera prima Tom Sullivan si ambienta nell’800, negli anni della Grande Carestia irlandese. Coleman (Dónall Ó Héalai) è un pescatore del Connemara onesto e intelligente, che viene travolto dagli eventi: mentre la distruzione dei raccolti di patate porta la popolazione alla povertà estrema, lui perde la famiglia e viene costretto a nascondersi perché accusato di un atroce delitto che non ha commesso.
Durissimo e a tratti crudele, il film si affida a paesaggi di selvaggia bellezza e alla colonna sonora composta dal gruppo folk Kíla, per evocare un mondo scosso da un’ingiustizia sociale tanto preponderante da portare a una violenza quasi primordiale e a un imbarbarimento che travolge colpevoli e innocenti. La potenza visiva è senz’altro notevole, soprattutto quando l’occhio del regista insiste sul fascino primigenio e semincontaminato del mare e delle terre irlandesi. Questo viaggio impietoso nell’impossibile elaborazione del lutto e nella cupissima realtà di un dramma storico finisce però per risolversi in un ritratto sin troppo insistito sulla brutalità, con il protagonista circondato da personaggi portati all’estremo fino al macchiettismo.
Voto: 2/4
WILDFIRE
(scritto da Simone Soranna)
In Irlanda la Brexit sta acuendo tensioni sociali covate già da tempo. La disunione che accomuna i suoi abitanti sembra essere radicata nella Storia di quel paese e gli ultimi moti popolari non fanno altro che far venire a galla pensieri ampiamente consolidati ma a lungo rimasti sottaciuti. Lo stesso accade alle sorelle Lauren (Nora-Jane Noone) e Kelly (Nika McGuigan, morta a soli 33 anni nel 2019) quando, a un anno dalla sua scomparsa, la seconda torna a casa in maniera inaspettata.
Erano legatissime e lo sono ancora oggi. Solo che la loro unione viene osteggiata da tutti: familiari stretti, colleghi di lavoro, vicini di casa. Nel microcosmo delle loro vite si respira la medesima tensione che attanaglia il Paese. Così, Wildfire prova a fare luce sulle cause e scava in profondità facendo emergere misteri e segreti rimasti sepolti per anni. Proprio in questo frangente il film dell’esordiente Cathy Brady, già presentato in concorso al Torino Film Festival 2020, mostra le maggiori perplessità. La regista non riesce a trovare un adeguato equilibrio tra accumulo narrativo e valore tematico, finendo per perdere il controllo del suo lavoro e lasciare che l’incendio (traduzione letterale del titolo orginale) si propaghi senza sosta. Peccato.
Voto: 2/4
THE HUNGER: THE STORY OF THE IRISH FAMINE
(scritto da Valeria Morini)
Prodotto dalla televisione pubblica irlandese RTÉ, in collaborazione con il canale ARTE e lo University College Cork, basato sull’Atlas of the Great Irish Famine (2012) e narrato dalla voce del celebre attore irlandese Liam Neeson, questo documentario racconta con somma dovizia di particolari una delle più tristi pagine della storia della Nazione: la Grande Carestia (Potato Famine) che colpì la popolazione irlandese tra il 1845 e il 1849. Il triste risultato fu la morte per fame e malattie di un milione di persone e l’emigrazione di gran parte della popolazione (tra i due e i tre milioni, sugli otto milioni in totale) verso l’Inghilterra, gli Stati Uniti, il Canada e l’Australia.
Il disastro provocato dall’arrivo in Europa della peronospora, un fungo che distruggeva le coltivazioni di patate, fu una tragedia immane per gli strati più poveri della popolazione irlandese, contadini e braccianti che lavoravano senza paga in cambio di un appezzamento e la cui alimentazione era interamente basata sui tuberi, mentre il granoturco e gli altri beni erano destinati alle classi più ricche e all’esportazione. Il film offre una narrazione esaustiva della Carestia, con il supporto delle testimonianze di diversi storici e, pur non andando oltre il didascalismo da prodotto televisivo, è un’ottima occasione divulgativa per apprendere nei dettagli cosa successe in quei terribili anni. Non risparmia gli aspetti più drammatici e dolorosi e traccia un’analisi delle irrimediabili colpe del governo britannico, che con una politica di aiuti insufficiente o addirittura controproducente è da considerarsi in gran parte responsabile dei numeri altissimi di vittime. Il documentario tira poi le somme individuando nell’emigrazione (soprattutto verso l’America) un’ancora di salvezza per un popolo allo stremo (con un parallelismo con i migranti contemporanei) e ipotizzando come dietro l’indifferenza inglese ci fosse un intento preciso di “liberarsi” delle classi più povere per modernizzare l’agricoltura e l’economia irlandese. Quella provocata dall’Irish Famine è stata una diaspora che ha cancellato un intero strato della popolazione e provocato enormi danni culturali. Se da una parte ha paradossalmente risvegliato nel popolo irlandese sentimenti di orgoglio nazionale che hanno portato all’indipendentismo, dall’altra i numeri demografici sono tuttora impressionanti: oggi l’Irlanda ha 6,5 milioni di abitanti ma nel mondo ci sono ben 80 milioni di persone di ascendenza irlandese.
Voto: 2,5/4