LES OGRES di Léa Fehner (2015)

 

 

“L’Unione fa la forza”

Léa Fehner ci presenta il suo secondo lungometraggio Les Ogres dopo l’opera del 2008 Qu’ un seul tienne et les autres suivront. In questo film già vincitore del premio “Big Screen” al Festival di Rotterdam e candidato ai premi Lumières, la regista ha fatto appello ai suoi stessi ricordi di bambina. I suoi genitori erano teatranti girovaghi come i protagonisti del racconto, i membri della compagnia “Davaï Théâtre”, dove il lavoro, i legami familiari, amore e amicizia si mescolano, scavalcando i confini fra finzione e realtà. La regista ha voluto narrare e descrivere i luoghi dove i bambini sono a conoscenza di qualsiasi aneddoto, dove si cresce tra grida e palcoscenico. Descrivere di un desiderio di vita che non solo è presente dentro di loro, ma che tentano di non spegnere mai, con L’imminente arrivo di un bambino e il ritorno di una vecchia amante che faranno rivivere le ferite che si pensavano fossero ormai dimenticate. 

Léa Fehner vuole parlare di una voglia di vivere frizzante, ma vuole mostrare anche la mostruosità e la violenza che risiede in esso. Questi sono gli orchi del titolo: uomini che soffrono, manipolano e sono disposti anche a tradire e vendersi. Tutto questo è possibile solo grazie ad attori come Adèle Haenel (The Fighters), Lola Dueñas (Mare Dentro) e Marc Barbé. Non solo gli attori, ma tutti i mezzi del cinema si inseriscono all’interno di questa rappresentazione particolare: i dialoghi sono brevi, semplici, ma incisivi. La luce è quella che è già naturalmente in scena con le innumerevoli lampadine colorate e i proiettori del teatro, così come la musica stessa. Philippe Cataix non è solo il compositore, ma recita anche all’interno della pellicola. Sono stati così in grado di lavorare una musica che viene da dentro il film. Questo è una vera opera collettiva, sul confronto fra uomo e società, di uomini e donne creature del momento, totalmente impegnate nel presente. La regista è riuscita a mettere in scena tutto questo: preferire la condivisione al prestigio, il contatto all’eccellenza della rappresentazione, un vero Teatro Itinerante.

Voto 3/4