Locarno 2022: Hugo in Argentina, la recensione

Hugo in Argentina”, a Locarno un toccante documentario sul papà di Corto  Maltese - Il Sole 24 ORE

Hugo Pratt è tra i massimi geni del fumetto italiano, ma per ragioni incomprensibili l’Italia non riesce davvero a mitizzare ed esaltare a dovere il creatore di Corto Maltese, che paradossalmente gode di maggiore popolarità in Francia e in Argentina. La nazione sudamericana è stata la patria d’adozione dell’autore veneziano, che vi si trasferì a fine anni ’40 per trascorrevi tredici anni della sua intensa vita: questo periodo avventuroso e artisticamente prolifico è al centro di Hugo in Argentina, documentario realizzato dallo svizzero Stefano Knuchel e presentato al Locarno Film Festival 2022 nella sezione Panorama Suisse (ma era già stato a Venezia 2021, alle Giornate degli Autori).

Il film indaga proprio sul lungo periodo trascorso a Buenos Aires, fondamentale per il percorso autoriale di Pratt perché caratterizzato dal lavoro con l’Editorial Abril e poi con l’Editorial Frontera. In particolare, furono gli anni di Ernie Pike, Ticonderoga e del Sergente Kirk che segnarono il fondamentale sodalizio con l’argentino Héctor Oesterheld, il celebre autore dell’Eternauta poi desaparecido. 

Attraverso alcune testimonianze (tra cui la figlia Marina Pratt e il nipote di Oesterheld), la registrazione di un’intervista allo stesso Pratt e la voce narrante (in francese) di Giancarlo Giannini, Hugo in Argentina ricostruisce quell’epoca come una sorta di mitica età dell’oro per una Buenos Aires ribollente di passione, divertimento, avventura, prima dei cupi anni del regime militare. Così, la produzione artistica di Pratt di quel periodo è frutto di una vita anticonformista, ribelle, tra feste infinite, tango, amori e incontri illustri (Dizzy Gillespie, Che Guevara). La vita di un avventuriero, la realtà dietro il Mito del suo alter ego letterario Corto Maltese.

Consigliato certamente ai fan di Pratt per comprendere un tassello importante del suo percorso esistenziale e professionale e la genesi di Corto, il film soffre comunque di un ritmo eccessivamente dilatato e rallentato, che finisce per penalizzare un po’ un materiale così affascinante.

Voto: 2/4