PICCOLE DONNE di Greta Gerwig – La recensione

Piccole Donne (2019, Greta Gerwig) - Recensione - MobyFlick.it

Grande classico della letteratura americana, Piccole donne ha avuto un lunga lista di adattamenti cinematografici, di cui i più celebri restano quello del 1933 di George Cukor con Katherine Hepburn, il film del 1949 di Mervyn LeRoy con June Allyson e Janet Leigh e la pellicola del 1994 di Gillian Armstrong con un supercast guidato da Wynona Ryder, senza dimenticare il cartone animato giapponese degli anni ’80 e la recente miniserie BBC con Maya Hawke. Romanzo femminile e femminista, era il soggetto perfetto per l’opera seconda di Greta Gerwig, che dopo lo splendido Lady Bird ha alzato l’asticella dell’ambizione passando da un delicato coming of age semiautobiografico a una trasposizione che inevitabilmente sarebbe stata messa a confronto con i suoi numerosi predecessori. Il cast è formato a Soirse Ronan (Jo), Emma Watson (Meg), Florence Pugh (Amy), Eliza Scanlen (Beth), Timothée Chalamet (Laurie), Laura Dern (Marmee March), Louis Garrel (Friedrich), Chris Cooper (Mr. Lawrence) e Meryl Streep (zia March).

Chi si aspettava una rivisitazione molto libera e contemporanea del romanzo di Louisa May Alcott probabilmente si stupirà nel trovarsi di fronte a un adattamento di puntuale fedeltà al materiale originale rispetto al quale Greta Gerwig si prende poche libertà, la principale delle quali è la scomposizione della vicenda su due piani temporali che dialogano in montaggio alternato per tutto il tempo del film. Il passato felice dell’adolescenza e della serenità famigliare, sottolineato da colori vivaci, si alterna al presente che segna l’arrivo dell’età adulta, delle scelte di vita, dei lutti, segnato da una fotografia più desaturata e spenta.

La sceneggiatura curata dalla stessa regista scorre freschissima e restituisce la girandola di emozioni ed eventi del romanzo (in Italia pubblicato su due volumi, Piccole donne e Piccole donne crescono) che senza bisogno di stravolgimenti contiene i temi che interessano la Gerwig: l’esplorazione dell’animo femminile e della condizione della donna nell’800 (e, per estensione, in tutte le epoche), intrappolata negli stereotipi e nella costrizione del matrimonio. All’insofferenza a questa oppressione dà voce Jo, grande personaggio splendidamente reso da una luminosa e trascinante Saoirse Ronan, che ci mostra come la ribellione dell’eroina alter ego della Alcott (e della Gerwig, che non a caso ha scelto la stessa attrice di Lady Bird) sia quanto mai moderna e attinente ai tempi attuali.

Curato nei minimi particolari, dagli splendidi costumi alle scenografie passando per le musiche di Alexandre Desplat, sorretto da un cast perfetto (in ciu spiccano uno Chalamet che si conferma il talento del momento e una Streep nel suo piccolo ruolo adorabile), Piccole donne è un’opera deliziosa e generosa, vitale e palpitante, che trasmette un’empatia sincera nei confonti di ogni singolo personaggio.

Voto: 3/4