PROJECT X di Nima Nourizadeh (2012)
Prima di sballarsi al proprio addio al celibato (l’ultima follia da single), un uomo ha affrontato una serie di feste che gli resteranno per sempre impresse nella mente. Ci sono compleanni passati a scorrazzare per il parco con gli amichetti delle elementari, i ritrovi delle medie dove l’attenzione scivola inevitabilmente sulle “amichette” e, da adolescenti, le feste delle superiori in cui la voglia di trasgredire è inversamente proporzionale alla maturità dei partecipanti. I produttori di Una notte da leoni, esperti in festeggiamenti degenerati, hanno voluto raccontarci un party fuori controllo organizzato da quattro diciasettenni un po’ sfigati. Il film è intitolato PROJECT X – Una festa da sballo, diretto da Nima Nourizadeh con la tecnica del found footage, ovvero delle fittizie riprese amatoriali.
Thomas (Thomas Mann), Costa (Oliver Cooper), JB (Jonathan Daniel Brown) e Dax (Dax Flame) sono quattro ragazzi non molto popolari tra i compagni di liceo. Per uscire dall’anonimato scolastico decidono di organizzare una festa leggendaria ma, a causa di una pubblicità fin troppo riuscita, migliaia di giovani accalcheranno la casa di Thomas in cerca di divertimento. Lo sballo degenererà al punto tale da paralizzare un intero quartiere, devastato da scontri a fuoco e auto in fiamme.
Questa non è una normale pellicola nata dall’idea di un soggettista particolarmente ispirato. Come si può evincere dal titolo, il film è frutto di un progetto sviluppato a tavolino dai realizzatori di alcuni recenti successi al botteghino: il produttore Todd Phillips (regista di Una notte da leoni 1 e 2) ha unito l’esperienza con gli adolescenti di Michael Bacall (ideatore di Scott Pilgrim vs. The World) al tocco festaiolo di Nima Nourizadeh (divenuto famoso con lo spot per Adidas intitolato House Party). Dopo aver compiuto casting in tutti gli Stati Uniti (la maggioranza degli attori sono infatti degli esordienti), è decollato un film che racchiude e amplifica le leggende metropolitane.
Dal punto di vista tecnico, il mockumentary (o falso documentario) non aggiunge nulla a una messa in scena troppo patinata. Tra ragazze bellissime seminude in giardino e la musica a palla, l’intera narrazione assomiglia a una lunga pubblicità alla moda. Abituato alla velocità dei videoclip, Nourizadeh vuol conquistare il pubblico attraverso la banale battuta volgare e i prosperosi davanzali in bella mostra. Le droghe eccessivamente strombazzate per aumentare l’effetto trasgressivo, rendono ancor più desolante il panorama che va disegnandosi sullo schermo.
I 277 milioni di dollari incassati dal primo Una notte da leoni hanno ingolosito le Majors al punto da produrre qualsiasi sceneggiatura sviluppi una festa che abbia dei risvolti grotteschi e assurdi, ma il rischio di saturare il mercato è molto alto. Dopo aver visto un cinese nudo uscire dal baule di una macchina e Mike Tyson cantare Phil Collins, nessuno si stupisce più di nulla. Seppur l’argomento trattato sia il medesimo, manca completamente lo spessore contenutistico che rese indimenticabile un film generazionale come Animal House. Usciti dalla sala, l’urlo liberatorio affiorerà involontario: “Toga, Toga, Toga, Toga”.