TABU di Miguel Gomes (2012)

Un esploratore degli anni ’20 va a caccia di un coccodrillo triste e malinconico: così si presenta il film che sta guardando Pilar, donna di mezz’età, nella Lisbona contemporanea. Non è un caso che Tabu di Miguel Gomes si apra con un film nel film, dato che il cinema è il grande protagonista dell’intera vicenda.

La scena poi cambia decisamente: Gomes vira quasi subito in un contesto differente, quello della stessa Pilar e della sua anziana vicina di casa, Aurora, con il vizio del gioco e il terrore che Santa, la sua donna di servizio capoverdiana, stia macchinando un maleficio ai suoi danni. Il film introduce da qui il primo dei due capitoli in cui è diviso intitolato “Paradiso Perduto”, e i riferimenti all’opera di F.W. Murnau sono sempre più evidenti. Aurora, prima di essere ricoverata in un ospedale, racconterà a Pilar alcuni sogni inquietanti dove i ricordi della sua vita sono confusi con la trasformazione di un gruppo di uomini in orribili scimmie pelose che si mordono a vicenda.

Presentato a Torino all’interno della sezione sperimentale Onde, Tabu è un melò d’altri tempi che si sviluppa all’interno di una narrazione contorta e anticonvenzionale: a volte gli sviluppi della storia sono suggestivi e affascinanti, altre volte gli stessi risultano eccessivamente ambiziosi.

La visione di questo film è certamente ostica e non è facile mantenere alta l’attenzione nelle due ore di durata, ma allo stesso tempo può risultare un’esperienza appagante e in grado di far nascere svariate interpretazioni.

Il film è girato in un 16mm in bianco e nero, che ricorda anche visivamente un cinema ormai scomparso. Miguel Gomes è sempre attento alla composizione dell’immagine, tanto da ricordare il rigore formale di un suo noto compatriota come Manoel de Oliveira.

I contatti con Murnau non sono soltanto nel titolo (Tabù è il suo ultimo lavoro, datato 1931) o ai nomi dei protagonisti (Aurora, come il capolavoro del 1927), ma anche all’uso dei chiaroscuri e, andando ad analizzare nel profondo, ad alcune scelte musicali. 

Voto: 3/4