Venezia 72: IN JACKSON HEIGHTS di Frederick Wiseman (2015)

in jackson heights

Nonostante la sua veneranda età e la più che prolifica carriera, Frederick Wiseman continua ancora a documentare la realtà con il suo stile neutrale e secco. Conducendoci questa volta nelle vie di un quartiere newyorkese tra i più multietnici, il regista spinge il piede sull’acceleratore per dimostrare come tutti noi esseri umani siamo sostanzialmente sulla stessa barca.

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VENEZIA 71: IL PROGRAMMA UFFICIALE

Manifesto 71MIACGiunta al suo ottantaduesimo anno di vita, la kermesse veneziana, in programma dal 27 agosto al 6 settembre 2014, si muoverà nel solco della tradizione senza però rinunciare ad importanti aggiornamenti orientati verso un’innovazione necessaria, frutto del lavoro del direttore artistico Alberto Barbera, fedele ad una linea sobria e funzionale, seguita anche l’anno scorso, intesa «a favorire la conoscenza e la diffusione del cinema internazionale in tutte le sue forme di arte, di spettacolo e di industria, in uno spirito di libertà e di dialogo».

 Coraggiosamente improntata ad una linea moderna e anticonvenzionale la scelta del Presidente della Giuria Internazionale: a ricoprire il prestigioso ruolo sarà il prestigioso compositore francese Alexandre Desplat, dichiaratosi molto onorato di essere investito di una tale responsabilità. «Non è soltanto uno dei grandi compositori odierni di musiche da film ma un appassionato cinefilo, la cui straordinaria sensibilità artistica si somma a una profonda conoscenza del cinema, della sua storia, del suo linguaggio» (Alberto Barbera).

Sarà invece la più importante regista di Hong Kong, Ann Hui, a presiedere la Giuria Internazionale della sezione Orizzonti. La sua ultima opera, The Golden Era, sarà il film di chiusura della Mostra.

La montatrice Thelma Schoonmaker (celebre per il sodalizio con Martin Scorsese) e l’acclamato documentarista Frederick Wiseman riceveranno il Leone d’Oro alla carriera.

Sarà Birdman diretto da Alejandro Iñárritu (Amores perros, 21 grammi, Babel, Biutiful), con Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton, Emma Stone e Naomi Watts il film d’apertura della 71.Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. L’attesissima pellicola sarà proiettata in prima mondiale, in Concorso, la sera del 27 agosto nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido, a seguire la cerimonia di apertura condotta da Luisa Ranieri.

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Cannes 67. Giorno 5 – Tommy Lee Jones con “The Homesman” e il documentario di Wiseman

homesman-posterTHE HOMESMAN di Tommy Lee Jones

Dopo il suo esordio dietro la macchina da presa, Le tre Sepolture, l’attore americano Tommy Lee Jones decide di cimentarsi nuovamente dietro la macchina da presa dirigendo un western abbastanza atipico, capace di regalare sequenze notevoli e di riflettere su tematiche molto forti e attuali.   
Il film racconta di un viaggio intrapreso da una donna (Hilary Swank) che deve scortare altre tre donne, affette da diverse malattie mentali che le hanno rese molto pericolose, dall’altra parte del Paese. Sul loro cammino incontreranno un uomo (Tommy Lee Jones) che, inizialmente riluttante, si convincerà ad aiutarle. Accarezzando tematiche classiche del genere, come il tema della frontiera o il viaggio dell’eroe solitario “contro tutti”, il film indaga molto approfonditamente anche la figura femminile, ergendola a protagonista in un mondo dove le donne protagoniste proprio non erano. Il cammino di formazione servirà più a lui che a lei, ed anche se alla fine il personaggio interpretato dal regista  tornerà in qualche modo al punto di partenza, vi giungerà cambiato, completamente rovesciato, superando una solitudine che egli stesso cercava di mascherare. In una prima parte piuttosto potente e solida, Tommy Lee Jones dirige con mano sicura e cinica (da brividi i tre flashback che riguardano il passato delle ragazze insane), e sfruttando al meglio la protagonista Hilary Swank. Il tutto però perde un po’ forma verso la fine dove (eccetto la sequenza dell’hotel) sia la tensione emotiva che il cinismo fanno spazio ad una ventata più soft e buonista che lascia un po’ insoddisfatti. Dopo Le tre Sepolture era lecito aspettarsi qualcosa in più dal regista-attore,tuttavia è innegabile che The Homesman abbia aiutato il concorso di Cannes, finora piuttosto fiacco, a riprendere la via giusta.

Voto: 2,5/4

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