Intervista a Giorgio Diritti: da “Il vento fa il suo giro” a “Un giorno devi andare”

È uno degli autori più acuti e innovativi del nostro cinema.

Giorgio Diritti, nel giro di promozione del suo ultimo film, ha fatto tappa Giovedì 4 Aprile al cinema Mignon di Mantova, dove ha conversato con il pubblico al termine di una proiezione speciale della sua ultima opera: “Un giorno devi andare” (i suoi due film precedenti sono “Il vento fa il suo giro”, 2005 che diventò un caso nazionale, restando in programmazione al cinema Mexico di Milano per oltre un anno e mezzo e il commovente “L’uomo che verrà”, 2009, David di Donatello per il miglior film nel 2010).

È in tale occasione che l’abbiamo intervistato.

 

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UN GIORNO DEVI ANDARE di Giorgio Diritti (2013)

E così compii quest’impresa. Feci il navigatore solitario. Giorno e notte, fra cielo e mare, mare e cielo. In questa natura, padrone del mondo. Lei non sa cosa vuol dire il navigatore solitario. Solo, nell’immensità del mare, in assoluta meditazione, a contatto della natura più pura, è allora che capisci…. quanto sei stronzo, a compiere queste imprese, che non servono a un cazzo.

(Giovan Maria Catalan Belmonte, Preposto Camerier del Soglio Pontificio)

Chi semina vento rischia di raccogliere tempesta, oppure, ed è anche peggio, di non raccogliere proprio niente.
Sembra essere accaduto questo a Giorgio Diritti, giunto al terzo lungometraggio di fiction dopo gli applauditissimi Il vento fa il suo giro e L’uomo che verrà.
Perché questo suo Un giorno devi andare, a partire dal titolo, sembra inscriversi pienamente in una tradizione tutta italiana di progetti altisonanti, tronfi di retorica, che, alla resa dei conti, evaporano in una nuvola di inconsistenza.

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