THE RAVEN di James McTeigue (2011)
Nevermore. Oltre ad essere il verso finale dell’immortale poema di Edgar Allan Poe che condivide il titolo con questa sfortunata pellicola, è senz’altro il pensiero che attraversa la mente dello spettatore all’uscita dal cinema. Mai più. Nessun temerario oserebbe accostarsi una seconda volta a questo lavoro che, se nelle intenzioni voleva essere un omaggio a uno dei grandi della letteratura americana, risulta in un didascalico e raffazzonato pastiche delle citazioni più scontate e banali tratte dall’opera dell’autore.
Il proposito è quello di raccontare gli ultimi giorni di vita di Poe attraverso una fantasiosa vicenda a metà tra la mystery story di ambientazione ottocentesca e l’action movie, sulla falsariga di prodotti come From Hell e Sherlock Holmes, aggiungendo (sperando forse in un tocco di classe) un riferimento diretto alle sue opere. Lo scrittore originario di Boston, che, come racconta la pellicola, fu effettivamente ritrovato farneticante per le strade di Baltimore per morire poco tempo dopo in circostanze non chiarite, viene infatti messo dalla finzione filmica ad indagare sugli orribili omicidi di un serial killer che colpisce disseminando la scena del delitto di indizi tratti dalla sua letteratura. Per stimolare ulteriormente le indagini, l’assassino rapisce la promessa sposa di Poe, costretto ad ingaggiare una corsa contro il tempo per salvare l’amata.