Cannes 2015: MOUNTAINS MAY DEPART di Jia Zhang-Ke

 

 

Jia Zhang-Ke torna sulla Croisette a due anni di distanza dall’apprezzato Il tocco del peccato. Il cineasta cinese porta in concorso il suo nuovo film, Mountains May Depart, racconto di una storia d’amore che si dipana lungo un arco temporale di 25 anni. Un’idea non particolarmente originale, che però Zhang-Ke sviluppa attraverso uno schema ripartito in tre atti ognuno dei quali appare slegato dagli altri due. Ogni capitolo viene pertanto filmato in un formato d’inquadratura diverso e il regista sceglie di inserire il titolo e il suo nome nome solo tra il primo e il secondo atto.

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IL TOCCO DEL PECCATO di Jia Zhang-ke (2013)

Il tocco del peccatoVincitore del premio per la miglior sceneggiatura all’ultimo Festival di Cannes e rimasto in gara fino all’ultimo momento per la conquista della Palma d’oro, arriva in Italia Il Tocco del Peccato, l’ultimo film del giovane e apprezzato regista cinese Jia Zhangke, già Leone d’oro a Venezia nel 2006 con Still Life.

Ispirato a quattro episodi di cronaca molto famosi in Cina, il film è diviso in quattro segmenti di 30 minuti ciascuno, ambientati in quattro regioni diverse del paese: il primo, ambientato nello Shanxi, racconta di un operaio di una fabbrica che cerca, invano, di denunciare la corruzione dei suoi superiori; il secondo vede un ragazzo, armato di pistola, tornare dove è nato, in un centro rurale del Sud-Ovest; il terzo, ambientato in una cittadina della Cina centrale, parla di una giovane donna che, dopo una delusione amorosa, viene aggredita da dei clienti della sauna in cui lavora; nel quarto, infine, un ragazzino della città di Dongguan cambia diversi lavori, fino a quando diventa cameriere in un bordello mascherato da hotel. Tutte e quattro le vicende termineranno con una morte violenta.

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Cannes 66 – Giorno 3. Il ritorno di Jia Zhang-ke e l’esordio di Valeria Golino
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A TOUCH OF SIN di Jia Zhang-ke

All’interno della competizione principale è da segnalare A Touch of Sin del cinese Jia Zhang-ke.

Una pellicola strutturata in vari episodi, con diversi personaggi che fanno ricorso alla violenza per potersi vendicare delle umiliazioni subite: da un operario deciso a ribellarsi contro i leader del suo villaggio a una receptionist che viene aggredita da un ricco cliente.

Chi ha visto Still Life, il film con cui Jia Zhang-ke ha vinto il Leone d’Oro alla Mostra di Venezia 2006, o altri titoli firmati dal regista, rimarrà sorpreso dalla visione di A Touch of Sin, pellicola molto diversa dai suoi lavori precedenti.

Dallo stile sospeso e rarefatto delle sue opere più importanti, il regista è passato a una messa in scena segnata da un ritmo frenetico e da continui cambi di genere. Il tutto sembra essere funzionale alle tematiche affrontate, ma siprattutto ai personaggi messi in scena, uomini che hanno varcato la soglia dello stress contemporaneo raggiungendo, per questo motivo, una sorta di pazzia che sfocerà in violenza.

Anche se non tutte le sequenze siano ben amalgamate tra loro, il disegno d’insieme ritrae con forza angosce e incertezze della Cina contemporanea.

Grazie all’impegno sociale presente nel sottotesto della narrazione, A Touch of Sin potrebbe essere in lizza per alcuni riconoscimenti.

 

 

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