CLOSED CURTAIN di Jafar Panahi e Kamboziya Partovi (2013)
Chi temeva che non avrebbe più potuto ammirare il lavoro di Jafar Panahi, uno dei più importanti esponenti del cinema iraniano, può tirare un sospiro di sollievo: la creatività e la voglia di lavorare di questo regista, condannato nel 2010 a sei anni di arresti domiciliari e a vent’anni di interdizione da ogni attività artistica per proteste contro il regime di Ahmadinejad, sono più forti dell’ingiustizia di un potere oppressivo. Se l’edizione 2011 della Berlinale lo vedeva nelle vesti di giurato “virtuale”, quella attuale registra addirittura la partecipazione in concorso di Closed Curtain, girato con il collaboratore Kamboziya Partovi.
Ovviamente l’opera è stata realizzata in semiclandestinità, così come la precedente, This Is Not a Film (2011), documentario nel quale l’autore di Il cerchio raccontava allo spettatore la sceneggiatura della pellicola che non gli era stato permesso di girare.