EVANGELION 3.0 – YOU CAN (NOT) REDO di Hideaki Anno, Masayuki, Kazuya Tsurumaki (2012)
Basterebbero i primi dieci minuti di Evangelion 3.0 per mettere in chiaro almeno un paio di aspetti di tutta l’ operazione “Rebuilt”.
Innanzitutto troverebbero valida giustificazione gli enormi ed interminabili tempi di produzione. Riferendosi alle date di uscita nelle sale giapponesi, tra un film e l’ altro non passano meno di due anni ma, considerando poi la distribuzione internazionale, i tempi si allungano ancora di più. Tra Evangelion 1.0 ed il suo diretto seguito però c’è quasi un abisso a livello tecnico e, cosa davvero incredibile, con il terzo si punta ancora più in alto: la sequenza d’ apertura nello spazio, giusto per citarne una esemplare, è un biglietto da visita che non può lasciare indifferenti.
Il secondo aspetto riguarda le intenzioni di Anno verso il suo pubblico che si divide principalmente in una fan base importante, costruita con l’ opera originale serializzata per la TV, e lo spettatore che si avvicina al complesso universo di Evangelion con questi film. Due tipologie di pubblico insomma che percepiscono l’ opera in maniera totalmente differente ma che Anno decide di mettere allo stesso livello con una mossa che forse non si dovrebbe considerare neanche troppo inaspettata, una scelta di sceneggiatura che letteralmente toglie la sedia da sotto al sedere a tutti quanti.