Crimes of the Future di David Cronenberg, la recensione

Crimes of the Future' l'agghiacciante nuovo trailer del film di Cronenberg  - Taxidrivers.it

Film horror in cui la caratteristica principale è la distruzione o la degenerazione graficamente rappresentata di uno o più corpi umani“, si legge alla voce body horror sul dizionario Collins. Il padre di questo sottogenere è da sempre David Cronenberg, che dopo una serie di pellicole lontane da quelle suggestioni visive vi è tornato con Crimes of the Future. In un’altra epoca, il film con Viggo Mortensen, Léa Seydoux e Kristen Stewart, anticipato nel concorso di Cannes 2022, sarebbe stato uno dei più attesi dell’anno: oggi deve accontentarsi di un’uscita in sordina nelle sale italiane con Lucky Red, nei palinsesti di fine estate (su cui pure evidentemente la distribuzione italiana vuole credere) e in ritardo rispetto ad altri Paesi.

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È SOLO LA FINE DEL MONDO di Xavier Dolan (2016)

 

Mommy, a conti fatti, è stato un arma a doppio taglio per il giovane e talentuoso Xavier Dolan: nella sua dirompente e toccante precisione estetica e tematica da un lato ha definitivamente consacrato il regista canadese sul panorama internazionale, dall’altro ha portato il suo cinema ad un livello cui era difficile confermarsi. E infatti, È solo la fine del mondo, premiato con il Grand Prix e il Premio della giuria ecumenica all’ultimo Festival di Cannes, non riesce a raggiungere il livello dell’opera precedente, pur regalando spunti interessanti in una confezione accattivante.

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Berlinale 2015: TAXI di Jafar Panahi, 45 YEARS di Andrew Haigh e JOURNAL D’UNE FEMME DE CHAMBRE di Benoît Jacquot

TAXI di Jafar Panahi (Concorso)

Il cinema di Jafar Panahi torna a Berlino con il suo ultimo lavoro, Taxi. Il grande regista iraniano continua a girare film, praticamente in clandestinità, nonostante sia stato condannato all’interdizione da ogni attività artistica. Come i precedenti This Is Not a Film (2011) e Closed Curtain (2013), Taxi è un’altra riflessione a metà tra cinema e realtà, che vede lo stesso regista ricoprire i panni del protagonista.

Il film è interamente ambientato all’interno di un taxi guidato da Panahi, che si trova a conversare con i clienti (qualcuno lo riconosce, altri no) in una serie di dialoghi che spaziano dalla politica al cinema, fino alla vita e la morte. Nonostante gli ovvi limiti tecnici, siamo di fronte a un film importante che offre uno lucido scorcio dell’Iran contemporaneo, cui il regista non manca di aggiungere tocchi di ironia.

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LA BELLA E LA BESTIA di Christophe Gans (2014)

la belle et la bete promoPresentata fuori concorso a Berlino, arriva nelle sale la versione di Christophe Gans de La bella e la bestia con protagonisti Vincent Cassel e Léa Seydoux. Ci si chiede subito il perché di questa strana scelta, dato che la favola di Beaumont aveva già goduto di due splendide versioni cinematografiche, quella di Cocteau e quella animata della Disney, che non lasciavano nulla da aggiungere alla storia.

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BERLINALE 2014 – GIORNO 9

la-belle-et-la-bete-posterSiamo così giunti alla fine anche di questa 64° Berlinale, senza troppi entusiasmi ma con una conclusione decisamente in salita rispetto al piattume degli ultimi giorni. Ancora un film tedesco, Macondo, va a unirsi alla compagine dei titoli in competizione, dove fa l’ingresso anche il Giappone con l’illustre Yoji Yamada e il suo The Little House. Tra i fuori concorso invece spicca la nuova, e inutile, versione di La bella e la bestia con protagonisti glamour: la neo-diva Léa Seydoux e il neo-single Vincent Cassel. In attesa di scoprire domani a chi andrà l’ambito Orso d’Oro, un ultimo sguardo sui titoli della Berlinale 2014.

 

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Berlinale 64: apre Wes Anderson ma gli occhi sono tutti per Lars

Berlinale-64-posterSi parte in grande stile a Berlino 64. Il festival tedesco, spesso accusato di offrire meno spunti glamour nel programma rispetto alle altre due importanti kermesse europee – Venezia e Cannes – decide di inaugurare la sessantaquattresima edizione con l’ultima opera di Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel,in concorso.

Ambientato, come suggerisce il titolo, in un albergo, il film vede intrecciarsi le vicende del portiere Gustave H. (Ralph Fiennes) accusato di omicidio e della solita sarabanda di weirdos andersoniani: oltre ai collaboratori di lungo corso come Bill Murray, Jason Schwartzman e Owen Wilson, si uniscono al cast anche la giovane Saoirse Ronan, Edward Norton, Mathieu Amalric e una serie di altre glorie, vecchie e nuove, del grande schermo.

Tra i nomi conosciuti, il concorso offre anche spazio al leone francese Alain Resnais con Life of Riley e all’americano Richard Linklater (School of Rock, A Scanner Darkly) con Boyhood, già presentato al Sundance Film Festival, storia di un divorzio e degli effetti sul figlio della coppia. Per il resto, tanta Cina, Germania e qualche co-produzione per una kermesse che, come da tradizione, si concentra su produzioni fuori dal mainstream dei soliti noti.

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