ELLA & JOHN – THE LEISURE SEEKER di Paolo Virzì (2017)

 

A un anno da La pazza gioia e al culmine di una carriera che l’ha reso uno dei più importanti registi del panorama italiano, Paolo Virzì spicca finalmente il salto e gira in Usa la sua prima pellicola internazionale e in lingua inglese (seppur di produzione italo-francese), che per giunta si giova della presenza di due star straordinarie come Helen Mirren e Donald Sutherland. Il titolo Ella & John semplifica quello originale, The Leisure Seeker, che cita invece lo scalcinato camper Winnebago del ’75 a bordo del quale i coniugi ottantenni protagonisti compiono il loro bizzarro ultimo viaggio verso la Florida e la casa di Ernest Hemingway, in una commedia dolceamara sospesa tra allegrezza e malinconia. Il film è stato presentato in anteprima alla Mostra di Venezia 2017.

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UNA PROMESSA di Patrice Leconte (2013)

locandina-promessaL’eclettico sceneggiatore e regista francese Patrice Leconte, reduce dalla sezione “fuori concorso” di Venezia 70, arriva in sala presentando una pellicola sentimentale di stampo classicoUna promessa segna il ritorno dell’autore al cinema classico dopo il film di animazione La bottega dei suicidi, che suscitò non poche polemiche. Basato sul romanzo Le Voyage dans le passé (1929) dello scrittore austriaco Stefan Zweig, il film narra la vicenda di un giovane laureto che, nella Germania di inizio ‘900, prova un sentimento di amore puro verso la bella moglie dell’anziano industriale che gli ha garantito protezione e sicurezza economica, assumendolo come segretario privato nella sua acciaieria. Fugaci esplosioni di passione e lunghi periodo di lontananza tra i due si risolveranno nel tanto desiderato happy ending.

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PASOLINI di Abel Ferrara (2014)

Presentato in concorso a Venezia 71 e destinato a suscitare polemiche infinite, sia per il regista che per l’oggetto filmico: Pasolini di Abel Ferrara racconta gli ultimi giorni di vita di uno dei personaggi più importanti e controversi del XX secolo. Scrittore, poeta, saggista, regista: Pier Paolo Pasolini ha dato un contributo fondamentale alla vita artistica e intellettuale di un paese sull’orlo del baratro (i cosiddetti anni di piombo), denunciandone le contraddizioni e l’immobilismo. Le difficoltà nell’affrontare la biografia (seppur nel senso non tradizionale) di una personalità così strutturata erano evidenti ma, certamente, nessuno poteva aspettarsi lo scempio che in effetti è stato realizzato.

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LA BUCA di Daniele Ciprì (2014)

Dopo l’esordio da solista di E’ stato il figlio, Daniele Ciprì torna con una commedia purissima, La buca, ispirandosi a quella nostrana degli anni sessanta (Mario Monicelli, Dino Risi) e a quella americana (Lubitsch, Capra, Billy Wilder e Blake Edwards). Il film è la storia di una involontaria amicizia tra Oscar (Sergio Castellitto), avvocato fallito e senza scrupoli, e Armando (Rocco Papaleo), ex detenuto che ha scontato venticinque anni di carcere per un reato non commesso, mantenendo, nonostante la profonda ingiustizia subita, una bontà d’animo impeccabile.

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JOE di David Gordon Green (2013)

“Fuck to this day.”

Arriva in sala, un anno dopo la presentazione a Venezia 70 e il passaggio al Toronto Film Festival, Joe di David Gordon Green, tratto dall’omonimo romanzo del 1991 di Larry Brown. Star della pellicola, Nicolas Cage, atteso al varco dopo una serie di interpretazioni non propriamente riuscite. E il risultato, sorprendentemente, non delude, anzi.

Joe Ransom è un solitario ex galeotto. La sua squallida quotidianità è composta da lavoro, saltuari appuntamenti con prostitute e con il solito bar, televisione, tempo dedicato al suo adorato bulldog, fino a quando questa personalissima ritualità è messa in crisi dall’incontro con Gary (Tye Sheridan), quindicenne provato da una vita difficile a causa di un padre alcolizzato, una madre succube e una sorella muta e problematica. Tra i due nasce un legame profondo e Joe diventa una sorta di padre putativo per il ragazzino: il rapporto causerà però una serie di drammatiche conseguenze.

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LE DUE VIE DEL DESTINO di Jonathan Teplitzky (2013)

Nell’Inghilterra del 1980, il timido e taciturno Eric Lomax (Jeremy Irvine da giovane, Colin Firth da adulto), appassionato di treni e coincidenze ferroviarie, incontra, si innamora e sposa Patricia Wallace (Nicole Kidman). Ma il matrimonio si rivela detonatore di una serie di traumi del passato: Lomax, catturato dai giapponesi durante l’invasione di Singapore del 1942 e costretto a lavorare alla ferrovia della morte, collegamento tra Thailandia (Bangkok) e Birmania (Rangoon), non riesce a superare il ricordo della prigionia e delle torture subite dall’ufficiale Takashi Nagase (Tanroh Ishida da giovane, Hiroyuki Sanada da adulto). Per ritrovare la pace, andrà in cerca del suo aguzzino.

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TRANSFORMERS 4 – L’ERA DELL’ESTINZIONE di Michael Bay (2014)

locandina-transformers-4Estate, tempo di sole, mare e sale cinematografiche deserte. La bella stagione, si sa, non favorisce uscite di richiamo: a spezzare la monotonia e il piattume, però, ci pensano i Transformers di Michael Bay, ormai habitué del grande schermo. Le aspettative per Transformers 4 – L’era dell’estinzione, quarto capitolo di una saga ormai consolidata (dopo Transformers del 2007, Transformers – La vendetta del caduto del 2009 e Transformers 3 del 2011; e non dimentichiamoci della serie animata e del film di animazione del 1986 ad opera di Nelson Shin), erano decisamente considerevoli: e il risultato non delude.

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LE ORIGINI DEL MALE di John Pogue (2014)

locandina-origini-del-male1974. Joseph Coupland (Jared Harris), docente presso l’università di Oxford, indaga sull’origine delle malattie psichiatriche. Per approfondire e dimostrare le sue teorie decide di usare come cavia Jane Harper (Olivia Cooke), schizofrenica con tendenze autolesioniste convinta di essere posseduta da uno spirito che lei chiama Evey. Nell’esperimento sono coinvolti due studenti, Krissi (Erin Richards) e Harry (Rory Fleck-Byrne), e il cineoperatore Brian (Sam Claflin). Ben presto la situazione degenera pericolosamente.

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LA CITTA’ INCANTATA di Hayao Miyazaki

Locandina-la-città-incantataDi fronte ad un film di Hayao Miyazaki è sempre difficile districarsi, dare un’opinione e confrontarlo con i precedenti, cercando di capire quale sia il migliore. L’elevata qualità della sua opera rende infatti complesso qualsiasi tipo di classificazione gerarchica, e questo è senza dubbio un bene, anche se, è da dire, quando ci si imbatte in un capolavoro come La Città Incantata si sente la differenza. Minima, ma decisiva.

La piccola Chihiro è in viaggio con i suoi genitori verso la sua nuova casa. Durante il tragitto, il padre sbaglia strada e si imbatte in un portone che crede appartenere ad un parco divertimenti abbandonato: i tre si inoltrano e si trovano in una città deserta piena di ristoranti, dove i genitori di Chihiro cominciano ad abbuffarsi, diventando presto maiali. Spaventata, la piccola cerca aiuto e trova Haku, un misterioso ragazzo che le rivela la verità sulla città degli spiriti e sulla potente maga Yubaba.

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LA GELOSIA di Philippe Garrel (2013)

locandina-La-gelosiaArriva in sala, dopo la presentazione al Festival di Venezia 2013, il francese Philippe Garrel con il suo La gelosia: protagonisti, il figlio Louis, ormai una costante nella filmografia paterna, e un’ottima Anna Mouglalis. Louis, trentenne in crisi con la compagna Charlotte, da cui ha avuto una figlia, inizia una relazione con una attrice ormai decaduta. L’iniziale coinvolgimento da parte di entrambi lascia ben presto spazio alla noia e all’inquietudine, facendo naufragare il rapporto. Dopo aver tentato il suicidio, forse Louis sarà in grado di ricominciare a vivere.

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LE MERAVIGLIE di Alice Rohrwacher (2014)

locandina-le-meraviglieAccolto da dodici fantomatici minuti di applausi alla proiezione ufficiale di Cannes ma disprezzato dalla stampa francese, che lo ha relegato all’ultimo posto nella classifica che somma tutti i voti assegnati dalle testate d’oltralpe, Le Meraviglie  di Alice Rohrwacher era atteso con una certa curiosità sulla Croisette. L’opera precedente della regista toscana, infatti, era quel Corpo Celeste che, nel 2011, pur con una certa programmatica ridondanza, aveva lasciato intravedere i frutti, ancorché acerbi, di un possibile giovane talento autoriale made in Italy. Un esordio che dimostrava una discreta forza visiva, dove forma e contenuto dialogavano con sicurezza, e che, nonostante qualche simbolismo di troppo, denotava  un innegabile coraggio registico da parte della minore delle due sorelle Rohrwacher. Un coraggio totalmente assente in questa sua seconda prova, che sancisce, purtroppo, un decisivo passo indietro nella breve carriera della regista.

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GRACE DI MONACO di Olivier Dahan (2014)

locandina-GraceDiciamolo subito, a scanso di equivoci, facendo finta che non lo sapessimo già: Grace di Monaco, proiezione d’apertura all’edizione numero 67 del Festival di Cannes, è un film in larga parte prevedibile, assolutamente manierato nelle sue pose glamour, né più né meno di ciò che ci si potrebbe aspettare da un’operazione del genere. Confezione impeccabile, paillettata ma senza stonare con l’eccesso di lustrini. Sorretta, si fa per dire, da una raffinatezza di sola facciata, che può contare solo sui molteplici tentativi di abbagliare lo spettatori con svolazzi vari, non tutti a dire il vero perfettamente a segno. Un prodotto del quale non si fatica più di tanto ad immaginare le coordinate base, sommando i fattori e facendo due più due. Il problema, in casi come questi, sta nel manico di chi si dedica a un racconto con tali caratteristiche, basato su personaggi d’alto lignaggio e sulle loro questioni più private che pubbliche. Molto spesso si predilige un approccio didattico e superficiale, relativo più alla vulgata comunemente diffusa intorno all’icona di turno che ad un reale approfondimento psicologico e, di riflesso, storico, perfino (magari!) storico-politico. Perché le due tipologie di focus, checchè se ne dica o se ne voglia credere, vanno molto spesso a braccetto, con messe a fuoco di carattere naturalmente differente ma il più delle volte complementare.

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GODZILLA di Gareth Edwards (2014)

locandina-GodzillaAnticipato da una campagna pubblicitaria virale tanto invasiva quanto efficace e atteso spasmodicamente dai fan del vecchio Gojira giapponese rimasti delusi dal remake firmato da Roland Emmerich nel 1998, ecco arrivare nelle sale di tutto il mondo Godzilla, reboot nato dall’unione delle forze della Warner Bros e della Legendary Pictures. Per sfondare il botteghino americano e asiatico, le due case di produzione si sono affidate, oltre alla macchina dell’hype e ai 160 milioni di dollari di budget, a Gareth Edwards, giovane regista britannico autore di un unico film, Monsters (2010), disaster movie “intellettuale” francamente ignorabile ma con qualche estimatore sparso qua e là in America e in Europa.

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36 QUAI DES ORFEVRES di Olivier Marchal (2004)

36 quai des orfevresVenerdì 09/05/14, ore 00.00, RETE 4

 

Tra i più bei polizieschi degli ultimi anni, 36 Quai des Orfèvres è il secondo lungometraggio dell’attore, regista e sceneggiatore francese Olivier Marchal che, con dodici anni di servizio nella polizia alle spalle, mette nel film tutta la sua esperienza autobiografica. Si muove in un terreno che conosce alla perfezione. E si vede.

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JANE EYRE di Franco Zeffirelli (1996)

jane eyreGiovedì 08/05/14, ore 21.00, IRIS

 

Coproduzione italiana, francese e britannica, il film mette in scena, con apprezzabile fedeltà, l’omonimo romanzo (1847) di Charlotte Brontë, già portato sullo schermo una ventina di volte, considerando anche le trasposizioni per la TV.

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