PELO MALO di Mariana Rondón (2013)

pelo-malo-posterHa incantato il Festival Internazionale del Cinema di San Sebastiàn portando a casa l’ambita Concha de oro per il miglior film e ha vinto il premio per miglior attrice e miglior sceneggiatura al Torino Film Festival 2013: finalmente arriva nelle nostre sale Pelo malo, il sorprendente terzo lungometraggio della venezuelana Mariana Rondón, a metà tra racconto di formazione e spaccato sociale.

Nella Repubblica Dominicana i capelli ricci (pelo malo) sono considerati una maledizione e chi non li liscia artificialmente diventa oggetto di una vera e propria discriminazione: anche se in Venezuela la situazione non è così tragica, il piccolo Junior (il bellissimo e bravissimo Samuel Lange Zambrano) vive la sua chioma arruffata come un doloroso trauma. La madre, vedova e disoccupata, senza un soldo, non riesce ad accettare quel figlio originale, ossessionato dalla sua pettinatura, canterino, dotato di uno spiccato senso estetico impossibile da mettere a tacere. Lo spettro dell’omosessualità latente la perseguita, insieme alle preoccupazioni quotidiane per la sopravvivenza tra gli squallidi casermoni di cemento più simili a carceri che abitazioni, dove dilagano miseria e violenza. Sullo sfondo del piccolo dramma familiare, un Venezuela apparentemente preoccupato per la salute vacillante del suo leader, più che per la situazione tragica che affligge il Paese, tra corruzione, povertà e mancanza assoluta di speranze per il futuro.

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IDA di Pawel Pawlikowski (2013)

Pawel Pawlikowski torna a casa. Dopo le produzioni internazionali con grandi cast, come il celebre My Summer of Love con Emily Blunt e La femme du Vème con Ethan Hawke e Kristin Scott-Thomas, il regista polacco guarda al grande cinema dell’Est europa per raccontarci la storia di Ida, ambientata nella Polonia degli anni Sessanta.

La splendida fotografia in bianco e nero di Lukasz Zal ci introduce delicatamente tra le mura di un convento dove la giovanissima Anna, orfana cresciuta tra le suore, sta per prendere i voti. Improvvisamente emerge dal suo passato l’unica parente rimasta in vita, la sorella di sua madre. Riluttante, la ragazza va a trovarla, per scoprire cosa ne è stato dei suoi genitori, e soprattutto per conoscere la propria identità. Le sorprese che le riserva la zia, l’intensa e disperata Wanda (interpretata benissimo da Agata Kulesza) sono più grosse di quanto Anna, o meglio Ida, potesse immaginare.

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HISTORIA DE LA MEVA MORT di Albert Serra (2013)

Ci si aspettano grandi cose da Història de la meva mort.  Pardo d’Oro al Festival di Locarno 2013, il film del giovane catalano Albert Serra (classe 1975) ha fatto molto parlare di sé e in effetti non poteva essere altrimenti, a partire dalla scelta dei protagonisti. Serra, per la sua opera di monumentale complessità, sceglie due figure d’eccezione della storia culturale d’Occidente, opposte e complementari, con in comune il gusto per la seduzione: Giacomo Casanova e il Conte Dracula. Detto così potrebbe sembrare quasi grottesco. E invece l’eleganza è una cifra stilistica che non manca nell’opera, interamente illuminata senza ausili artificiali, come già era stato per il Barry Lyndon di Kubrick.

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