Locarno 67: dalla Sardegna di “Perfidia” all’Uruguay di “Los enemigos del dolor”

Perfidia locandinaPERFIDIA di Bonifacio Angius (2014)

L’unico film italiano in concorso alla 67^ edizione del Festival di Locarno è una produzione interamente girata in Sardegna, a confermare come la regione stia mostrando un interesse crescente per la settima arte: si può parlare a tutti gli effetti di cinema sardo, se si guarda a titoli come Bellas Mariposas di Salvatore Mereu o L’arbitro di Paolo Zucca.

Angius è un giovane autore al suo secondo lungometraggio, dopo l’esordio con saGràscia (2010). Nel film, Angelo è un trentacinquenne chiuso e disadattato che ha un difficile rapporto con il padre, in una Sassari cupa e invernale che si fa specchio di uno squallore sociale più ampio. L’incomunicabilità tra esseri umani, la perdita di valori in un mondo dominato dalla disonestà: è un’Italia grigia e meschina quella raccontata in Perfidia.

Il regista ha paragonato il protagonista al Travis Bickle di Taxi Driver e in effetti, fatti i dovuti distinguo, c’è qualcosa dell’antieroe scorsesiano nel nonsense della vita di Angelo, a tutti gli effetti “incapace” di vivere (di lavorare, amare, essere figlio). Un film ben girato che non arriva mai a entusiasmare ma lo spettatore, ma che contiene qua e là i segni concreti di un talento in formazione.

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