DETACHMENT di Tony Kaye (2011)
È dura fare l’insegnante al giorno d’oggi, specie in un liceo pubblico della periferia statunitense, panorama di (dis)umana desolazione fatta di studenti aggressivi e privi di ambizioni, genitori assenti e ottusi quando non oppressivi, professori rassegnati e disillusi. In una di queste realtà fa capolino Henry Barthes, supplente di letteratura di spiccata vocazione, che attraverso le parole di Camus, Poe e Orwell riesce a far breccia anche nel cuore dei ragazzi più difficili. Il problema è che la vita privata di Barthes è tutt’altro che serena: tormentato da una terribile tragedia infantile e da un passato familiare angosciante, l’uomo si trascina in un vissuto quotidiano disperato e privo di speranza, facendo del nomadismo professionale e del distacco dagli altri una scelta obbligata e una questione di sopravvivenza. Almeno fino all’incontro con una giovanissima prostituta e un’allieva artisticamente dotata ma immersa in un profondo disagio esistenziale.