TFF 2018 – ALPHA, THE RIGHT TO KILL – La recensione

Alpha

Nella caotica Manila dei giorni nostri, la polizia tenta di estirpare la piaga del narcotraffico, che ha fagocitato un intero quartiere della capitale filippina. Nel corso di un’importante operazione per sgominare una pericolosa banda, giocano un ruolo fondamentale un sergente e il suo giovane informatore, ma le reali intenzioni dei due personaggi sono ben diverse da quanto supposto all’inizio.

Massimo esponente del cinema filippino insieme a Lav Diaz, Brillante Mendoza torna a raccontare i brulicanti bassifondi di Manila con un poliziesco sporco e cattivo, realistico e senza fronzoli. Per certi versi debitore delle atmosfere di Michael Mann, al tempo stesso Mendoza cerca un piglio documentaristico nel raccontare la radicale lotta alla droga delle forze speciali filippine, promossa dal discusso presidente Rodrigo Duterte, di cui lo stesso regista è stato accusato di essere un fiancheggiatore.

In realtà, Alpha, The Right to Kill è un ritratto talmente cinico e anticonsolatorio sull’ambiente della polizia (violenta, ambigua, corrotta) da risultare tutto fuorché un film di propaganda. Il meglio della pellicola è nella prima parte, tesissima, dedicata al raid contro i narcotrafficanti. Nel complesso, un film non perfetto, ma asciutto e di disarmante crudeltà.

Voto: 2,5/4