TFF 2020: la recensione di GUNDA

 

Presentato Fuori concorso nella sezione TFFDOC di questo 38esimo Torino Film Festival che si svolge interamente in streaming, Gunda è certamente uno dei film più attesi e particolari dell’edizione. Un prodotto che difficilmente può trovare posto al di fuori degli orizzonti festivalieri e che, a suo modo, è puro cinema. Diretto dal documentarista russo Viktor Kosakovskiy (Viva gli antipodi!Aquarela) questa co-produzione tra Usa e Norvegia si avvale della presenza dell’attore Joaquin Phoenix in qualità di produttore: animalista e vegano convinto, il divo ha definito Gunda “Un film di profonda importanza e talento”.

Il doc, interamente in bianco e nero e privo di musiche e dialoghi, filma le vicissitudini giornaliere di alcuni animali d’allevamento, in particolare una scrofa che cresce i suoi maialini dalla nascita allo svezzamento (è lei la Gunda del titolo), ma anche alcune galline e mucche. La presenza umana è quasi del tutto assente o comunque invisibile: lo sguardo di Kosakovskiy si posa esclusivamente sugli animali, ne intercetta e restituisce comportamenti e persino emozioni con straordinaria sensibilità, una cura profonda dei dettagli e lunghi piani sequenza.

Gunda è cinema ostico e radicale, non per tutti: visivamente suggestivo, certamente estenuante nella sua essenzialità quasi bressoniana, è lontano anni luce dal classico documentario naturalistico. Poesia, più che divulgazione. Con un finale (incruento) che tocca il cuore di qualsiasi amante degli animali.

Voto: 2,5/4