The Whale di Darren Aronofsky, la recensione del film con Brendan Fraser

 

È difficile pensare di scrivere in poche righe un pensiero che renda dignità ad una visione complessa e fortemente emotiva come quella di The Whale. Charlie è un uomo che, obbligato dalla sua obesità all’interno delle proprie mura domestiche, cerca di recuperare un rapporto con la figlia adolescente, Ellie, dopo aver abbandonato lei e la madre per vivere con un nuovo compagno. Purtroppo per Charlie il tempo che ha a disposizione non è più molto.

Aronofsky confeziona un film di grande densità emotiva e contenutistica interamente girato all’interno dell’appartamento del protagonista, indagando un passo alla volta i suoi traumi e la sua dipendenza dal cibo, che nei momenti più difficili afferra e sbrana con una voracità che trasmette tutta la sua impotenza. Questo è ciò che rende fisicamente Charlie una persona condannata, ma è solo la conseguenza di un trauma più profondo, cominciato davvero con la perdita del compagno, morto suicida per l’incapacità di far fronte alla coesistenza del suo essere omosessuale e della vita religiosa imposta dal padre.

Il regista torna quindi, dopo Noah e Madre!, ad indagare il ruolo e l’importanza della spiritualità sulle vite e le sorti dei suoi personaggi, qui sicuramente con l’esito più riuscito ed equilibrato. Charlie si affanna a costruire un rapporto con una figlia asociale e in piena crisi adolescenziale, capace di vere e proprie cattiverie, anche se con un’anima poetica e profonda. Per quell’anima, Charlie sacrifica le proprie chances di ottenere un’assistenza sanitaria decente per mettere da parte un patrimonio da destinare proprio a Ellie, ma quello che lo rende la vera figura positiva del film è uno sguardo sempre rivolto alla vera natura delle persone che ha di fronte, sempre pronto a dare fiducia agli aspetti positivi dei caratteri che ha davanti. Queste caratteristiche e tematiche emergono con particolare forza grazie a un’interpretazione magistrale di Brendan Fraser, nei panni del protagonista, capace di tenere lo spettatore incollato a un dramma personale e famigliare potentissimo.

Voto: 3/4