TOWER BLOCK di Ronnie Thompson, James Nunn (2012)
Diretto dagli esordienti Ronnie Thompson (ex guardia carceraria ed affermato romanziere) e James Nunn (autore del cortometraggio Jump con il quale ha vinto il Royal Television Society’s Best Drama Short Award nel 2008), Tower Block è uno stringato e claustrofobico thriller con risvolti horror che non disdegna qualche azzeccatissima parentesi ironica. Il tutto in mirabile equilibrio grazie ad una regia agile e scattante in grado di cogliere alla perfezione ogni cambiamento di registro. La carta vincente della pellicola è la capacità di inchiodare lo spettatore alla poltrona rispettando rigorosamente le unità di luogo, tempo ed azione.
Nella disagiata periferia inglese, un fatiscente condominio, rimasto l’unico edificio del quartiere, deve essere abbattuto da imprenditori senza scrupoli, per riqualificare l’intera zona. I pochissimi inquilini rimasti ad abitarlo si oppongono strenuamente. Il palazzo diventa una vera e propria prigione di cemento ed acciaio quando un misterioso e spietato cecchino lo prende di mira per uccidere tutte le persone al suo interno. La carneficina ha inizio. Perché accanirsi contro questi poveri innocenti? Forse, ognuno di loro ha una colpa da espiare. Nel giro di un giorno e una notte l’enigma verrà risolto.
Dopo una prima parte decisamente appassionante, il film gira un po’ a vuoto, giungendo ad un finale prevedibile e risolto troppo frettolosamente. Nel complesso, però, Tower Block, offrendo un interessante microcosmo di persone costrette ad una convivenza forzata in cui il reciproco soccorso è l’unica via di scampo, supera i limiti del semplice esercizio di stile, sostenendo un’efficace tesi di denuncia contro l’indifferenza e l’omertà. Molto suggestiva l’ambientazione, in cui il metafisico palazzo sembra stagliarsi in un territorio post-apocalittico. L’incalzante colonna sonora sottolinea un senso di minaccia incombente da cui è impossibile non essere affascinati, con la disturbante consapevolezza che ognuno di noi si sarebbe potuto trovare al posto dei protagonisti. La commistione di generi, inoltre, risulta perfettamente funzionale alla storia, nonostante qualche sbavatura da teen-movie al momento di mettere in scena i tentativi di fuga. Da segnalare assolutamente la presenza dell’attore Jack O’Connell (classe 1990, presente al TFF anche con il grottesco thriller The Liability) che, con la sua faccia da riformatorio e il “f*ck” facile, ha un futuro assicurato tra le giovani star di Hollywood.
«Intendevo fare un thriller/horror che fosse molto avvincente ma, allo stesso tempo, non volevo nascondere il fatto che all’interno della storia c’è una critica sociale, che io condivido» (Ronnie Thompson). Operazione riuscita, well done.
Voto: 2,5/4