Venezia 79: la recensione di Il signore delle formiche, il film di Gianni Amelio sul caso Braibanti

Il signore delle formiche - Film (2022) - MYmovies.it

Il caso Braibanti è una ferita ancora aperta per il nostro Paese e Gianni Amelio si addentra all’interno delle vite dei suoi protagonisti per rispolverarne l’attualità. Aldo Braibanti (Luigi Lo Cascio) è un intellettuale che viene messo al centro di un processo per plagio a causa della relazione con Ettore, diciottenne emiliano di famiglia piccolo borghese, conosciuto in un centro culturale da lui gestito. I due scappano a Roma insieme ma vengono trovati e il giovane viene recluso in una clinica dove viene sottoposto a elettroshock.

L’importanza del caso in questione è stata affrontata dal regista con un approccio a tutto tondo, con lo scopo di restituire uno spaccato completo dell’Italia di quell’epoca da un punto di vista sociale, culturale e anche intellettuale. Il risultato è un film di oltre due ore nel quale questo intreccio non scorre sempre in modo liscio e naturale.

Alla figura del giornalista interpretato da Elio Germano è affidato, in più di un’occasione, il compito di affrontare in modo esaustivo alcuni aspetti tematici essenziali che altrimenti farebbero fatica a emergere come il ruolo del PCI e della stampa di partito nel trattare il tema dell’omosessualità di Braibanti. Di conseguenza, nonostante delle interpretazioni solide, in particolare quella di Luigi Lo Cascio, il film ha un ritmo un po’ scostante e risulta prolisso soprattutto nella prima parte, con alcuni sfoggi di intellettualismo forse non necessari. Rimane un’operazione importante e una storia che certamente risuona nel nostro presente, pertanto da raccontare.

Voto: 2,5/4