
Articolo già pubblicato su IlSole24Ore
La Palma d’Oro va ad Abdel Kechiche: come da pronostici, il premio più ambito del Festival di Cannes 2013 è stato vinto da La vie d’Adèle, toccante pellicola dell’autore tunisino che conquista così il riconoscimento più significativo della sua carriera.
La storia d’amore tra Adèle, una liceale di quindici anni, ed Emma, misteriosa ragazza dai capelli blu, ha conquistato il cuore della giuria capitanata da Steven Spielberg, oltre a quello dei tanti critici che ne hanno esaltato lo spessore stilistico e narrativo.
Importantissimo riconoscimento anche per i fratelli Coen, che si sono guadagnati il Grand Prix grazie a Inside Llewyn Davis, pellicola ambientata negli anni ’60 e incentrata sulla scena folk newyorkese del periodo.
La grande sorpresa del palmarès arriva però da un più che discutibile Premio per la Miglior Regia vinto da Amat Escalante per Heli, pellicola messicana poco considerata dai pronostici, che ha ricevuto più stroncature che elogi dalla stampa internazionale.
Meritatissimi invece il Premio della Giuria a Like Father, Like Son, un toccante dramma familiare diretto dal giapponese Hirokazu Kore-eda, e quello per la Miglior Sceneggiatura a A Touch of Sin, una spietata riflessione sulla Cina contemporanea firmata da Jia Zhang-ke.
La Palma d’Oro per il miglior attore è andata a Bruce Dern, protagonista di Nebraska di Alexander Payne, mentre quella per la miglior attrice è stata vinta da Bérénice Bejo per la sua intensa prova in Le passé dell’iraniano Asghar Farhadi.
Niente da fare quindi per Paolo Sorrentino, ma siamo pronti a scommettere che sarà il tempo a dare al suo monumentale La grande bellezza il riconoscimento che si merita.
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