Ha incantato il Festival Internazionale del Cinema di San Sebastiàn portando a casa l’ambita Concha de oro per il miglior film e ha vinto il premio per miglior attrice e miglior sceneggiatura al Torino Film Festival 2013: finalmente arriva nelle nostre sale Pelo malo, il sorprendente terzo lungometraggio della venezuelana Mariana Rondón, a metà tra racconto di formazione e spaccato sociale.
Nella Repubblica Dominicana i capelli ricci (pelo malo) sono considerati una maledizione e chi non li liscia artificialmente diventa oggetto di una vera e propria discriminazione: anche se in Venezuela la situazione non è così tragica, il piccolo Junior (il bellissimo e bravissimo Samuel Lange Zambrano) vive la sua chioma arruffata come un doloroso trauma. La madre, vedova e disoccupata, senza un soldo, non riesce ad accettare quel figlio originale, ossessionato dalla sua pettinatura, canterino, dotato di uno spiccato senso estetico impossibile da mettere a tacere. Lo spettro dell’omosessualità latente la perseguita, insieme alle preoccupazioni quotidiane per la sopravvivenza tra gli squallidi casermoni di cemento più simili a carceri che abitazioni, dove dilagano miseria e violenza. Sullo sfondo del piccolo dramma familiare, un Venezuela apparentemente preoccupato per la salute vacillante del suo leader, più che per la situazione tragica che affligge il Paese, tra corruzione, povertà e mancanza assoluta di speranze per il futuro.
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