MATCH POINT di Woody Allen (2005)

locandina-match-pointVenerdì 31/01/14, ore 24.00, Rete 4

Chris Wilton (Jonathan Rhys-Meyers), giovane e belloccio insegnante di tennis desideroso di migliorare la sua condizione sociale, si fidanza con la ricca Chloe (Emily Mortimer), sposandola poco dopo per interesse ed entrando nell’azienda di famiglia; i suoi piani sono però sconvolti dall’incontro con Nola (Scarlett Johansson), aspirante attrice ed ex fiamma del cognato Tom (Matthew Goode). La situazione si complicherà fino a sfociare in tragedia.

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LA CASA DALLE FINESTRE CHE RIDONO di Pupi Avati (1976)

casa-dalle-finestre-che-ridonoGiovedì 30/01/14, ore 3.55, Italia 1

 

Quarto lungometraggio del bolognese Pupi Avati, che l’ha realizzato l’anno dopo aver collaborato (non accreditato) alla sceneggiatura di Salò o le 120 giornate di Sodoma, capolavoro definitivo di Pier Paolo Pasolini, La casa dalle finestre che ridono, con il passare degli anni, ha assunto (meritatamente) lo status di film cult.

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LA GENTE CHE STA BENE di Francesco Patierno (2014)

Ispirandosi al romanzo omonimo di Federico Baccomo, con La gente che sta bene Francesco Patierno continua a raccontare l’Italia contemporanea con sguardo ironico e con una buona dose di ambizione, ponendosi come obiettivo quello di raccontare una crisi non solo economica ma anche sociale e individuale, profonda e radicata nella quotidianità.

Umberto Dorloni (Claudio Bisio) è uno degli avvocati di punta di un importante studio milanese, è benestante e vive in una splendida casa con la moglie Carla (Margherita Buy) e i figli Giacomino e Martina. Il mondo perfetto che Dorloni si è costruito rischia però di sfaldarsi quando il suo studio decide di ridurre drasticamente il personale e anche il nome di Umberto compare nella black list dei futuri licenziati.

Determinato a conservare a tutti i costi il posto di prestigio conquistato tra “la gente che sta bene”, Umberto fa amicizia con il potente Patrizio Azzesi (Diego Abatantuono), spregiudicato avvocato di fama internazionale, che gli propone un accordo di collaborazione assai vantaggioso, almeno sulla carta. Ma la realtà dei fatti si presenterà più contorta e a complicare ulteriormente il tutto ci penserà la moglie di Azzesi, la splendida Morgana (Jennipher Rodriguez), donna sola e problematica che instaura con Umberto un’imprevedibile amicizia.

L’ambizione sfrenata di Dorloni lo porta a compiere scelte azzardate, a fidarsi delle persone sbagliate e a scoprire lati oscuri della sua natura per lui stesso sorprendenti. Dorloni è, infatti, fondamentalmente un meschino, tanto smanioso del successo facile quanto terrorizzato dalla prospettiva di perdere tutto e ricominciare da capo, ma al contempo consapevole della sua sostanziale mediocrità compensata, in parte, dalla faccia tosta e da una spregiudicatezza con potenziale inespresso.

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I SEGRETI DI OSAGE COUNTY di John Wells (2013)

OsageIn seguito a una crisi familiare le sorelle Barbara, Caren e Ivy Weston sono costrette a ritornare nella loro vecchia casa in Oklahoma e dovranno fare i conti con la madre Violet, la donna che le ha cresciute.

Basato sulla piece teatrale vincitore del premio pulitzer August: Osage County di Tracy Letts, I segreti di Osage County è il secondo film diretto da John Wells, sceneggiatore di serie di successo come E.R. e West Wing e già regista del film The Company Men.

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THE PRESTIGE di Christopher Nolan (2006)

locandina-the-prestigeMercoledì 29/01/14, ore 21.00, IRIS

“Non dirlo mai a nessuno. Ti pregheranno di svelare il segreto ma appena glielo dirai non conterai più niente. Sono stato chiaro? Niente. Il segreto non fa colpo su nessuno. Il trucco che c’è dietro invece è ciò che conta.”

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DALLAS BUYERS CLUB di Jean-Marc Vallée (2013)

Dallas1985. L’HIV si sta diffondendo per il territorio americano a una velocità impressionante senza che la comunità scientifica si dimostri in grado di trovare le giuste contromisure. Ron Woodroof, torero texano cocainome, alcolizzato e omofobo, scopre di esserne affetto ed inizia la sua personale battaglia contro il letale virus dell’AIDS, procurandosi fuori dagli Stati Uniti dei farmaci non approvati dalle autorità competenti del suo paese e rivendendoli a coloro che condividono la sua stessa sorte.

Dallas Buyers Club di Jean-Marc Vallée, tratto da una storia realmente accaduta, è una tipologia di film biografico cui un po’ tutti, anche se non ce ne accorgiamo troppo, siamo decisamente abituati. Di quei prodotti che adempiono con millimetrica aderenza a tutti i requisiti necessari per farsi piombare addosso una pioggia di Oscar: il protagonista realmente esistito, i tic fedelmente riproposti (in questo caso quasi tutti deplorevoli), una regia d’ordinanza ma smaliziata e capace e un attore in grado di elevare a potenza l’equazione infallibile del cosiddetto metodo: ecco che allora, intorno a un Matthew McConaughey gigantesco e quasi irriconoscibile, si articola un film di solido mestiere, che riesce a intrattenere e indignare ma senza mai superare le rigide barriere del biopic classico.

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HANNAH ARENDT di Margarethe von Trotta (2012)

Locandina Hannah ArendtNota come la regista più femminista del Nuovo Cinema Tedesco, Margarethe Von Trotta ha sempre messo al centro della propria filmografia figure femminili forti, che grazie a perseveranza e caparbietà intellettuale si oppongono al mondo che le circonda, riuscendo spesso a cambiarlo. Questo era il caso di Rosa L (1986)., dedicato alla famosa rivoluzionaria uccisa nel ’19, o del più recente Rosenstrasse (2003), dove un gruppo di mogli ariane salva i propri mariti ebrei durante l’Olocausto; e questo è il caso anche di Hannah Arendt, il suo ultimo film, dedicato alla figura della grande storica e filosofa tedesca.

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SCHINDLER’S LIST di Steven Spielberg (1993)

schindlers listLunedì 27/01/14, ore 21.00, IRIS

 

Steven Spielberg, figlio di genitori ebrei, se in alcune pellicole ha deliberatamente virato verso un pathos narrativo troppo accomodante, nel suo capolavoro assoluto Schindler’s List ha messo in risalto l’alta statura morale del protagonista in un contesto storico rigoroso e toccante, senza cedere alla facile retorica.

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Berlinale 64: apre Wes Anderson ma gli occhi sono tutti per Lars

Berlinale-64-posterSi parte in grande stile a Berlino 64. Il festival tedesco, spesso accusato di offrire meno spunti glamour nel programma rispetto alle altre due importanti kermesse europee – Venezia e Cannes – decide di inaugurare la sessantaquattresima edizione con l’ultima opera di Wes Anderson, The Grand Budapest Hotel,in concorso.

Ambientato, come suggerisce il titolo, in un albergo, il film vede intrecciarsi le vicende del portiere Gustave H. (Ralph Fiennes) accusato di omicidio e della solita sarabanda di weirdos andersoniani: oltre ai collaboratori di lungo corso come Bill Murray, Jason Schwartzman e Owen Wilson, si uniscono al cast anche la giovane Saoirse Ronan, Edward Norton, Mathieu Amalric e una serie di altre glorie, vecchie e nuove, del grande schermo.

Tra i nomi conosciuti, il concorso offre anche spazio al leone francese Alain Resnais con Life of Riley e all’americano Richard Linklater (School of Rock, A Scanner Darkly) con Boyhood, già presentato al Sundance Film Festival, storia di un divorzio e degli effetti sul figlio della coppia. Per il resto, tanta Cina, Germania e qualche co-produzione per una kermesse che, come da tradizione, si concentra su produzioni fuori dal mainstream dei soliti noti.

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