Film in TV – Martedì 02/12/14
– GLI AMORI FOLLI di Alain Resnais (2009), ore 21.15, RAI 5
– C’ERA UNA VOLTA IL WEST di Sergio Leone (1968), ore 20.55, IRIS
– CARRIE – LO SGUARDO DI SATANA di Brian De Palma (1976), ore 23.00, RAI 4
– GLI AMORI FOLLI di Alain Resnais (2009), ore 21.15, RAI 5
– C’ERA UNA VOLTA IL WEST di Sergio Leone (1968), ore 20.55, IRIS
– CARRIE – LO SGUARDO DI SATANA di Brian De Palma (1976), ore 23.00, RAI 4
– UN ANNO VISSUTO PERICOLOSAMENTE di Peter Weir (1982), ore 23.15, IRIS
– THE ILLUSIONIST di Neil Burger (2006), ore 21.10, CIELO
Tra tutte le uscite del mese di dicembre, film più atteso dalla redazione di I-FILMSonline è senza dubbio L’amore bugiardo – Gone Girl, ritorno alla regia di David Fincher. E se finalmente arriva in sala anche Mommy di Xavier Dolan, i fan di Woody Allen potranno godersi il suo ultimo lavoro Magic in the Moonlight. Si conclude infine l’avventura tolkeniana di Lo Hobbit, con l’ultimo episodio La battaglia delle cinque armate, diretto ancora una volta di Peter Jackson. Di seguito, tutte le uscite del mese.
N-Capace di Eleonora Danco (2014)
Presentato in concorso, il film d’esordio di Eleonora Danco è un oggetto insolito e altalenante. La regista, che in passato ha avuto modo di interpretare piccoli ruoli in film come La stanza del figlio o Romanzo criminale, è da sempre attiva in ambiente teatrale e artistico e sembra voler usare la pellicola per sfruttare tutte le sue competenze, cinematografiche e non. Infatto N-Capace si presenta come un documentario, ma tra un intervento e l’altro degli intervistati, la protagonista è proprio la Danco, intenta in alcune performance più teoriche ed astratte che richiamano il teatro di Pina Bausch. E’ proprio questo l’elemento debole del lavoro, infatti le interviste e le riflessioni che scaturiscono dalle affermazioni degli ospiti sono molto interessanti, divertenti, curiose e riuscite.
– LA DONNA CHE CANTA di Denis Villeneuve (2010), ore 23.15, RAI 5
– CON GLI OCCHI CHIUSI di Francesca Archibugi (1994), 0re 22.55, LA7D
– NON E’ PIU’ TEMPO D’EROI di Robert Aldrich (1970), ore 21.15, RAI MOVIE
– INTERVISTA COL VAMPIRO di Neil Jordan (1994), ore 21.10, LA 5
– JACKIE BROWN di Quentin Tarantino (1997), ore 22.45, RAI 4
GENTLEMEN di Mikael Marcimain (2014)
Dopo aver presentato nel 2012 il suo lungometraggio d’esordio Call Girl, il regista svedese Mikael Marcimain torna in concorso al Torino Film Festival con una nuova pellicola che presenta più di un elemento in comune con la sua opera prima. Nella Stoccolma della fine degli anni ’70 uno scrittore, chiuso nel proprio decadente appartamento, rievoca la sua storia passata: dai primi lavori all’ingresso nel mondo borderline degli intrighi spionistici, in cui si intrecciano amori, avventure e la sincera amicizia sui generis con un musicista che l’ha introdotto in un universo tanto scintillante quanto pericoloso.
La Chambre Bleue di Mathieu Amalric (2014)
Scritto da Erica Francesca Bruni
“Dis-moi Julien, si je devenais libre, tu te rendrais libre aussi ?
– Tu dis ?…”
Dopo essere stato presentato in Un Certain Regard al Festival di Cannes, arriva anche al TFF la quarta prova da regista di Mathieu Amalric, che porta sul grande schermo il romanzo celebre di Georges Simenon, La Chambre Bleue.
Il film racconta la torbida passione di due amanti, Julien Gahyde (Amalric) e Esther Despierre (Stéphanie Cléau, compagna dell’attore-regista). I due sono entrambi sposati, ma, dominati da un’incontrollabile attrazione reciproca, si abbandonano a una travolgente e passionale storia d’amore. Per otto volte la chambre bleue di un hotel diventa testimone e luogo d’incontro di questa relazione clandestina, fino a quando Julien, spaventato dall’idea di perdere la propria famiglia, preferisce chiudere la relazione. Ma il meccanismo che porta alla tragedia è ormai innescato.
THE BABADOOK di Jennifer Kent (2014)
Scritto da Michele Chighizola
Vedova del marito morto in un incidente stradale, Amelia (Essie Davis) si deve occupare da sola di Samuel (Noah Wiseman), figlio problematico con pulsioni violente e il terrore del buio. Una sera, invece del consueto libro di favole, Amelia legge al figlioletto un misterioso libro trovato sullo scaffale: si tratta di Babadook, storia di un uomo nero che penetra lentamente nella casa (e poi nella mente) delle persone, fino a condizionarle e portandole a compiere gesti terribili. Chiaramente, è quanto accadrà ad Amelia e Samuel.
BIG SIGNIFICANT THINGS di Bryan Reisberg (2014)
Le grandi cose che contano: l’amore, la famiglia, la creazione del nido domestico. Craig (Harry Lloyd) sembra aver raggiunto la piena realizzazione, dal momento che si appresta a comprare casa a San Francisco con la fidanzata. Ma, evidentemente, qualcosa si è inceppato nel meccanismo della sua vita perfetta, poiché decide di lasciare sola la ragazza nella ricerca dell’abitazione, inventare inesistenti impegni di lavoro e imbarcarsi in un bizzarro viaggio in solitaria tra Mississippi e Virginia per andare alla scoperta di ben altre “grandi cose” (la più grande sedia a dondolo del mondo, la più grande stella al neon, ecc.).
JAUJA di Lisandro Alonso (2014)
Dopo essere stato presentato in Un Certain Regard all’ultima edizione del Festival di Cannes, anche il Torino Film Festival decide di mostrare il più recente lavoro del regista argentino Lisandro Alonso, Jauja. La pellicola è una tra le più complesse e intellettuali mostrate sinora nel capoluogo piemontese. Raccontando la storia di un uomo che, disperato per la scomparsa della figlia, si mette sulle sue tracce, il regista ha modo di analizzare per filo e per segno l’esistenza umana, partendo dai rapporti familiari sino ad arrivare ad indagare il post mortem. Stilisticamente formale e minuzioso, Jauja può essere paragonato ad una galleria d’arte in movimento data la sua struttura molto statica composta da quelli che potremmo definire dei tableaux vivants. Alonso insiste nell’imprimere un ritmo dilatato e lento, rendendo protagonista la natura che fa da palcoscenico per l’attore protagonista magistralmente interpretato da Viggo Mortensen al centro di un vero e proprio tour de force. Sempre alla ricerca di un’estetica rara e sorprendente, Alonso firma un film affascinante e ipnotico che lascia più di un segno nel cuore dello spettatore.
Voto: 3/4
TOKYO TRIBE di Sion Sono (2014)
Dopo aver presentato Why Don’t You Play in Hell, divertente opera metacinematografica, alla penultima mostra del cinema di Venezia, Sion Sono torna a lavorare su una pellicola dai toni più leggeri e goliardici ambientando le buffe vicende di Tokyo Tribe in un futuro molto prossimo, attraverso il quale però, il regista cerca di sviscerare il nostro presente. Il film infatti sembra essere una caricatura grottesca dei giovani d’oggi, intenti solo ad aggregarsi in bande, a sfidarsi a colpi di pugni, rime rap, balli hip hop e a fare a gara tra chi è più dotato. Sion Sono intesse un film corale difficile da seguire, ricco di personaggi e svolte narrative che disorientano lo spettatore ma allo stesso tempo lo divertono (sono diverse le scene davvero spassose). Ciò che però non funziona è il riciclo delle situazioni che allungano la pellicola in maniera notevole senza aggiungere mai nulla di nuovo a quanto detto nei primi venti minuti. Infatti la primissima parte di Tokyo Tribe è la più riuscita per la sua carica visiva originale e stupefacente (inquadrature molto lunghe e difficili da gestire, orchestrate in maniera sublime dal regista con un prologo interamente cantato e una fotografia coloratissima e piena di luce). Poi il lavoro non fa altro che ripetersi per il resto dei minuti in cui continua a denunciare l’assurdità di una guerra tra bande e la mancanza di morale presente nei giovani. Tra leggeri richiami ad Arancia meccanica, Kill Bill e Scarface, il film eccede nello stile barocco fine a se stesso di cui si fa portavoce.
Uscito lo scorso 9 ottobre dopo il passaggio alla Mostra di Venezia, il documentario Io sto con la sposa è diventato un caso cinematografico che sta riempiendo le sale d’essai e le rassegne di tutta Italia, un piccolo miracolo artistico i cui confini trascendono la dimensione filmica stessa. La pellicola racconta la storia di un gruppo di amici italiani e arabi che scelgono di aiutare cinque rifugiati siriani a raggiungere la Svezia partendo da Milano, compiendo una vera e propria impresa: un viaggio in auto attraverso mezza Europa, durante il quale i protagonisti mettono in scena un finto corteo nuziale, per avere maggiori possibilità di superare le frontiere senza essere sottoposti a controlli. L’intera esperienza è stata trasformata in un documentario, diretto dagli artefici stessi della “missione”, Antonio Augugliaro, Gabriele Del Grande e Khaled Al Nassiry (qui la nostra recensione). Abbiamo parlato con uno di loro, Gabriele Del Grande, che ci ha raccontato la genesi, lo sviluppo e la promozione del film.
– KILLER JOE di William Friedkin (2011), ore 00.15, RAITRE
– ROCKY di John G. Avildsen (1976), ore 23.05, IRIS
– EYES WIDE SHUT di Stanley Kubrick (1999), ore 21.00, IRIS
– BARRY LYNDON di Stanley Kubrick (1975), ore 00.25, IRIS
– BLADE di Stephen Norrington (1998), ore 00.35, ITALIA 1