I (PRE)GIUDIZI DI SETTEMBRE 2015

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Dopo il calendario del mese, oggi è il turno dei nostri pregiudizi: ogni membro della redazione segnala due titoli in uscita nel mese, uno su cui si sente di mettere la mano sul fuoco per un esito positivo (segnalato come “Per me è sì”) e l’altro su cui invece ripone pochissime o nessuna speranza (“Per me è no”). Naturalmente sono (quasi sempre) film che non abbiamo ancora visto, si tratta solo di sensazioni in attesa di conferme.

Come sempre, vi invitiamo a giocare con noi (valutando tutte le uscite mensili) facendoci sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre scelte. D’altronde… si tratta soltanto di pregiudizi. Ecco le scelte di ognuno di noi:

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SHORTS FOR FEATURE cerca 5 corti da trasformare in un film

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Le due società di produzione e distribuzione cinematografica Prem1ere Film e AncheCinema sono promotori di un progetto internazionale denominato Shorts for Feature, che prevede la realizzazione di un Lungometraggio a episodi composto da cinque Cortometraggi.

Sono ammesse al concorso Sceneggiature di Cortometraggi scritte in italiano o in inglese e Cortometraggi già prodotti, inediti e in qualsiasi lingua.

Le Sceneggiature selezionate entreranno a far parte del Lungometraggio a episodi e riceveranno un premio in denaro di 2.000 € condizionato alla sottoscrizione di un contratto di opzione con Premiere Film su soggetto e sceneggiatura.

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MINIONS di Pierre Coffin e Kyle Balda (2015)

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Alzi la mano chi, guardando Cattivissimo Me, non ha riso alle slapstick gag dei Minions, esserini carichi di nonsense che intervallavano la narrazione con le loro assurde trovate. All’annuncio di un film interamente dedicato a loro, però, iniziavano a sorgere i dubbi sul fatto che non fossero personaggi adatti per reggere un lungometraggio: dubbi divenuti certezze fondate, purtroppo.

Chi sono i minions? Come sono arrivati a Gru? Sin dalla preistoria le creaturine gialle hanno sempre avuto due passioni: le banane e l’asservimento al più cattivo dei cattivi, non senza qualche incidente di percorso. Fino a che si troveranno a servire nientemeno che una cospiratrice contro la Regina Elisabetta.

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MISSION IMPOSSIBLE: ROGUE NATION di Christopher McQuarrie (2015)

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L’agente Ethan Hunt (Tom Cruise) deve scoprire e smantellare un’organizzazione terroristica chiamata Il Sindacato, formata da un gruppo di ex agenti segreti creduti morti o scomparsi, mentre la CIA decide di chiudere la Impossible Mission Force.

A distanza di 19 anni dal primo capitolo diretto da Brian De Palma, a cui sono seguiti altri tre film diretti rispettivamente da John Woo, J.J. Abrams e Brad Bird, la celebre serie di Mission: Impossible giunge al quinto episodio, questa volta affidato alla regia di Christhoper McQuarrie (Premio oscar alla sceneggiatura originale per I Soliti Sospetti) e confermando il cast cardine della saga, soprattutto l’icona Tom Cruise che riprende nuovamente il ruolo dell’agente Hunt.

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Al via il MantovaFilmFest, Claudia Cardinale madrina della manifestazione

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Dal 19 al 24 agosto per l’ottava volta consecutiva la città di Mantova farà da suggestiva location al MantovaFilmFest o “festivalino”, rassegna cinematografica dedicata al cinema italiano, divenuta col tempo appuntamento fisso per addetti ai lavori e semplici appassionati di quella che lo scrittore e poeta Ricciotto Canudo definì appropriatamente settima arte.

Con più di 30 film e 60 proiezioni, oltre ai numerosi incontri con gli autori, il MantovaFilmFest si pone tra gli eventi culturali più apprezzati del territorio provinciale e non solo, richiamando l’attenzione della critica specializzata e del pubblico, sempre più desideroso di assistere a opere di qualità e a dibattiti stimolanti con i protagonisti del nostro cinema.

Madrina di questa edizione sarà Claudia Cardinale, un’autentica icona di bellezza e bravura, che con le sue incantevoli interpretazioni è entrata di diritto nell’immaginario collettivo degli italiani.

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OPERAZIONE U.N.C.L.E. di Guy Ritchie (2015)

 

Con tutta probabilità leggerete, su almeno un quotidiano, magazine o simili, che Operazione U.N.C.L.E. – l’ultima fatica di Guy Ritchie ispirata alla serie televisiva NBC Organizzazione U.N.C.L.E. – è (cito a fantasia, novello Tiresia) “uno scanzonato omaggio a una serie di culto, con attori bellissimi e divertiti, ambientazioni mozzafiato”.

Tutto fenomenale; peccato che il film sia una rara, rarissima tavanata. A partire dalle sue originarie urgenze: quelle dell’omaggio. Tributare onori a una serie sì di successo non è mai peccato, se sai farlo. Piazzare in contrapposizione, in piena guerra fredda, due agenti – uno russo, l’altro yankee – può essere interessante negli anni ’60 (come fece la serie), e altrettanto oggi se riesci a costruire un impianto di minima decenza. Se lo fai, però, se le battute alla Ocean’s Eleven versione Soderbergh si impongono come tuo unico riferimento estetico, be’, c’è un problema – e la saga di Ocean’s, paragonata a questa cosa qui, pare scritta da William Wellman.

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Locarno 68: Pardo d’Oro a Hong Sang-soo per “Right Now, Wrong Then”

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Si è conclusa la 68esima edizione del Festival di Locarno, che ha incoronato vincitore il film Right Now, Wrong Then del regista sudcoreano Hong Sang-soo. La giuria composta da Nadav Lapid, Udo Kier, Daniela Michel, Jerry Schatzberg e So-ri Moon ha assegnato alla pellicola asiatica anche il premio al miglior attore, mentre quello per la miglior interpretazione femminile è stato dato al cast del giapponese Happy Hour. La kermesse svizzera ha inoltre proclamato miglior regista Andrzej Żuławski per Cosmos, regalando infine il Premio Speciale della giuria all’israeliano Tikkun. Di seguito, tutti i premi assegnati nelle varie sezioni. Arrivederci a Locarno 2016!

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Locarno 68: BELLA E PERDUTA, CHANT D’HIVER e TE PROMETO ANARQUIA

 

 

BELLA E PERDUTA di Pietro Marcello (2015)

Unico film italiano presente al concorso internazionale del 68° Festival di Locarno, Bella e perduta è diretta da uno dei registi più schivi e indipendenti del panorama filmico nostrano, quel Pietro Marcello già autore di documentari come Il passaggio della linea (2007) e La bocca del lupo (2009). Opera difficilmente classificabile, esplora i territori magmatici della docufiction e della favola morale e si appresta a diventare uno dei casi cinematografici dell’anno (anche se, con molta probabilità, resterà ignorato dal grande pubblico).

Il progetto nasce come testimonianza sull’“angelo di Carditello” Tommaso Cestrone, che ha dedicato la vita alla tutela di una splendida reggia borbonica in rovina nella devastata Terra dei Fuochi campana. La morte improvvisa di Cestrone ha tuttavia scombussolato i piani e il film ha subito una metamorfosi, tramutandosi come d’incanto in una fiaba malinconica che vede protagonista Sarchiapone, il bufalo di Tommaso. Condannato a morte perché maschio (e quindi inutile), l’animale viene soccorso da Pulcinella, immortale figura folkloristica napoletana che emerge dalle viscere del Vesuvio e va con lui alla ricerca di una salvezza probabilmente impossibile. Curioso esempio di pellicola che coniuga l’impegno sociale a uno stile davvero personale e anticonformista, il film di Marcello è allegoria socio-politica e puro lirismo, contaminazione di linguaggi e sperimentalismo visivo. Ode malinconica e solo apparentemente rassegnata a un’Italia “bella e perduta” cui prestano voce una divinità-maschera, un eroe dimenticato (o meglio, ingiustamente sconosciuto fuori dai confini campani) e una bestia dotata di coscienza (con la voce di Elio Germano), è cinema innovativo e coraggioso, di cui la mefitica produzione italiana di questi anni ha davvero bisogno.

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Locarno 68: Jonathan Demme, Antoine Fuqua e Andrzej Żuławski

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DOVE ERAVAMO RIMASTI di Jonathan Demme (2015)

A sette anni di distanza da Rachel sta per sposarsi, Jonathan Demme torna dietro la macchina da presa per un ritratto rockeggiante gradevole e spensierato all’insegna della malinconia, tra ricerca della propria identità, affermazione delle radici USA e senso di libertà che deve fare i conti con l’inesorabile scorrere del tempo. Una world première, quella di Dove eravamo rimasti, molto attesa sia dalla critica che, soprattutto, dal grande pubblico, capace di rispettare le consegne senza guizzi degni di nota ma anche senza fragorose cadute nella retorica a stelle e strisce.

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