I (PRE)GIUDIZI DI OTTOBRE 2015

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Dopo il calendario del mese, oggi è il turno dei nostri pregiudizi: ogni membro della redazione segnala due titoli in uscita nel mese, uno su cui si sente di mettere la mano sul fuoco per un esito positivo (segnalato come “Per me è sì”) e l’altro su cui invece ripone pochissime o nessuna speranza (“Per me è no”). Naturalmente sono (quasi sempre) film che non abbiamo ancora visto, si tratta solo di sensazioni in attesa di conferme.

Come sempre, vi invitiamo a giocare con noi (valutando tutte le uscite mensili) facendoci sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre scelte. D’altronde… si tratta soltanto di pregiudizi. Ecco le scelte di ognuno di noi:

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IL CALENDARIO DI OTTOBRE 2015

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Eccoci, puntuali come ogni mese, con il calendario delle uscite in sala, per districarci nella mole di titoli previsti per ottobre. Una lunga serie di attesi ritorni (Scott, Zemeckis, Corbijn, Lanthimos, Audiard, Van Sant), tra i quali il film che attendiamo con maggiore ansia è Crimson Peak, il nuovo thriller di Guillermo Del Toro.

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SICARIO di Denis Villeneuve (2015)

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Presentato al Festival di Cannes, Sicario di Denis Villenueve è un thriller ad alta tensione che in cui il regista canadese organizza al meglio la messa in scena dello script dirigendo in maniera credibile e convincente i suoi protagonisti (Benicio Del Toro, Emily Blunt e Josh Brolin) e allestendo con mano sicura ed esperta alcune sequenze davvero complicate ma dal forte impatto (in primis la scena dell’assalto nel traffico intenso). Sotto il punto di vista formale infatti, Sicario è un film inattaccabile e godibile. Il problema della pellicola risiede tuttavia nelle sue intenzioni.

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EVEREST di Baltasar Kormákur (2015)

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Faceva freddo, anzi freddissimo, alla fine della proiezione di Everest di Baltasar Kormákur alla 72ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dove il film è stato presentato Fuori concorso come apertura al festival. Un gelo giustificato da una pellicola (interamente in 3D) piatta e, per ironia della sorte, senza vette. Girato tra il Nepal e il Trentino Alto Adige, il film racconta la disastrosa spedizione sull’Everest del 1996, a cui partecipò anche il giornalista Jon Krakauer, successivamente autore di un saggio sull’accaduto dal titolo Into Thin Air.

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THE GREEN INFERNO di Eli Roth (2013)

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The Green Inferno è una gigantesca sorpresa. Non perché dal sadismo cruento di Eli Roth, alias l’Orso ebreo, non siamo abituati ad aspettarci un’efferatezza altrove difficilmente rintracciabile, ma perché col suo film (presentato al Festival di Roma 2013, in sala solo due anni dopo) il regista di Hostel ha realizzato un omaggio al cannibal movie all’italiana (quello dei Lenzi, dei Margheriti, soprattutto dei Deodato) capace di andare oltre la retorica ombelicale del fanboy arrapato di interiora ed estetica da mondo movie. Il suo è un vero e proprio aggiornamento in piena regola, che di quei film si porta appresso non solo l’apparenza disfatta, dozzinale e anarchica ma anche i detriti ideologici controversi e non meglio chiariti e l’audacia teorica.

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DIETRO GLI OCCHIALI BIANCHI: intervista a Valerio Ruiz e Lina Wertmüller

 

In vista dell’uscita nelle sale nostrane del film Dietro gli occhiali bianchi, documentario diretto dal giovane Valerio Ruiz incentrato sulla vita e la carriera di Lina Wertmüller, abbiamo incontrato proprio il regista e la leggendaria cineasta per una breve e amichevole chiacchierata. Ricordiamo che il film verrà proiettato nei cinema il 21, 22 e 23 Settembre per poi approdare sulle reti di Studio Universal in Autunno.

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PER AMOR VOSTRO di Giuseppe Gaudino (2015)

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Presentato alla 72esima Mostra di Venezia, Per amor vostro è il lavoro più curioso e riuscito dei quattro titoli italiani visti in concorso. Ambientato interamente in una Napoli dipinta a tinte bianco e nere, il film di Gaudino racconta una sincera e sentita vicenda di riscatto.

 

Una donna (Valeria Golino premiata con la Coppa Volpi femminile) deve fare i conti con i vicini, con il marito usuraio, con un quartiere che le va stretto e una società che a fatica le riconosce il lavoro. Anna (questo il nome del personaggio) però è tenace e coraggiosa, che non si ferma di fronte alle innumerevoli difficoltà della vita ma porta pazienza e cerca di superare gli ostacoli non solo per il suo bene, ma anche per quello della sua famiglia.

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INSIDE OUT di Pete Docter e Ronnie del Carmen (2015)

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Venti anni fa, si presentarono agli occhi del mondo con il loro primo lungometraggio (Toy Story) lasciando il segno nel cuore e negli occhi di molti, ma soprattutto lanciando una sfida a se stessi: raggiungere l’infinito, anzi, andare oltre.

Lungo una carriera straordinaria, la Pixar ha provato a vincere tale scommesso conducendo il suo pubblico dalle profondità della terra (A Bug’s Life) e del mare (Alla ricerca di Nemo) alle immensità dello spazio (Wall-E), passando attraverso le avventure di un cuoco pasticcione (Ratatouille), una famiglia di supereroi (Gli Incredibili) e provando ad immaginare mondi paralleli popolati da mostri (Monsters & Co.). Ora, dopo due anni di assenza dagli schermi di tutto il mondo (fatto questo particolarmente sorprendente in quanto la casa d’animazione è sempre stata solita rilasciare una pellicola ogni anno), i geni della casa californiana tornano con un ultimo (e forse definitivo) lavoro che in qualche modo sembra riuscire a vincere la sfida di cui sopra.

Infatti cosa c’è di più in(de)finito delle emozioni umane? Dove risiedono? Da dove nascono? Come si comportano? Questi sono i difficilissimi temi affrontati da Inside Out, un progetto ambizioso più che mai, ma capace di lasciare il segno, profondamente, grazie alla sua fantasiosa e originale creatività.

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AMY di Asif Kapadia (2015)

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A distanza di quattro anni dalla scomparsa avvenuta il 23 luglio 2011, arriva nei cinema italiani per soli tre giorni (15, 16 e 17 settembre) Amy, documentario dedicato alla vita della cantante inglese Amy Winehouse, già presentato in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2015 con un inevitabile strascico di polemiche sulla rappresentazione che il film farebbe dell’artista morta a soli 27 anni.

Diretto da Asif Kapadia, già regista dell’apprezzato e pluripremiato Senna, documentario sulla vita del celebre pilota brasiliano, Amy si premura, attraverso interviste e filmati, di restituire la figura della Winehouse per come viene ricordata dall’immaginario comune. Una ragazza dallo smisurato talento vocale, considerata pioniera del nuovo “soul bianco” ma soprattutto un animo fragile e sensibile sempre avvolto da una malinconia che nemmeno la fama ha potuto scalfire. Girato sotto forma di un diario privato e intimo e con un ampio uso di immagini d’archivio, Amy tenta di approfondire i lati meno conosciuti della cantante: ci vengono così mostrati i primi anni di gavetta nei locali londinesi, il desiderio di realizzare musica espressiva e personale contro un’industria musicale che tende a piallare la creatività, fino al rapporto conflittuale con il successo arrivato nel 2007 con l’album Back to Black e il singolo Rehab.

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Venezia 72: L’ESERCITO PIÙ PICCOLO DEL MONDO di Gianfranco Pannone (2015)

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Sono stati molti i documentari italiani presentati fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia. L’esercito più piccolo del mondo è forse il più curioso per il tema trattato. Pannone si avventura (e noi con lui) all’interno della scuola di addestramento delle guardie svizzere che presiedono la sede papale a Roma. Chi sono? Da dove vengono? Quali studi devono affrontare? Quali sono i loro ruoli all’interno dello stato clericale? Questi ed altri quesiti trovano una risposta lungo gli 80 minuti di pellicola che scorrono in maniera lineare e fluida senza mai annoiare lo spettatore.

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Venezia 72: BEHEMOTH di Liang Zhao (2015)

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Presentato all’interno del concorso veneziano come ultimo film di tale sezione, Behemoth ha completamente rimescolato le carte in tavola qui al Lido. Il cineasta cinese si addentra in un viaggio stratificato e sempre più profondo nell’inferno (in tutti i sensi) delle miniere di carbone contemporanee che ancora non cessano di mietere vittime.

 

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Venezia 72: PER AMOR VOSTRO di Giuseppe Gaudino (2015)

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Ultimo dei quattro titoli italiani presentati in concorso, Per amor vostro è il lavoro più curioso e riuscito del nostro quartetto. Ambientato interamente in una Napoli dipinta a tinte bianco e nere, il film di Gaudino racconta una sincera e sentita vicenda di riscatto.

Una donna (Valeria Golino premiata con la Coppa Volpi femminile) deve fare i conti con i vicini, con il marito usuraio, con un quartiere che le va stretto e una società che a fatica le riconosce il lavoro. Anna (questo il nome del personaggio) però è tenace e coraggiosa, che non si ferma di fronte alle innumerevoli difficoltà della vita ma porta pazienza e cerca di superare gli ostacoli non solo per il suo bene, ma anche per quello della sua famiglia.

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Venezia 72: DE PALMA di Noah Baumbach e Jake Paltrow (2015)

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In un momento storico in cui il cinema documentario viaggia a marce forzate verso un rinnovamento evidente e significativo, Noah Baumbach e Jake Paltrow decidono di riportare il genere ai suoi albori costruendo un film che più semplice e lineare non si può. Ascoltando per circa 30 ore (poi ridotte a due col montaggio finale) il loro maestro Brian De Palma, gli autori hanno modo di realizzare un’intervista genuina e godibile capace di soddisfare tutto il pubblico che vi prenderà parte.

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Venezia 72: 11 MINUTI di Jerzy Skolimowski (2015)

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A 77 anni compiuti, Jerzy Skolimowski si dimostra ancora essere un grande maestro di cinema firmando una pellicola che è al tempo stesso sia una lezione di stile che una lente d’ingrandimento per leggere in maniera approfondita la realtà contemporanea che ci circonda. Raccontando l’intrecciarsi di innumerevoli storie nell’arco temporale dei solo 11 minuti del titolo, il cineasta polacco costruisce una pellicola densissima, tesa e visivamente ineccepibile: un vortice forsennato e scalmanato in cui sarà impossibile non apprezzarne la tecnica minuziosa e calzante.

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