I (PRE)GIUDIZI DI DICEMBRE 2015

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Dopo il calendario del mese, oggi è il turno dei nostri pregiudizi: ogni membro della redazione segnala due titoli in uscita nel mese, uno su cui si sente di mettere la mano sul fuoco per un esito positivo (segnalato come “Per me è sì”) e l’altro su cui invece ripone pochissime o nessuna speranza (“Per me è no”). Naturalmente sono (quasi sempre) film che non abbiamo ancora visto, si tratta solo di sensazioni in attesa di conferme.

Come sempre, vi invitiamo a giocare con noi (valutando tutte le uscite mensili) facendoci sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre scelte. D’altronde… si tratta soltanto di pregiudizi. Ecco le scelte di ognuno di noi:

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A BIGGER SPLASH di Luca Guadagnino (2015)

 

La leggenda del rock Marianne Lane (Tilda Swinton) è in vacanza sull’isola vulcanica di Pantelleria con il compagno Paul (Matthias Schoenaerts) quando arriva inaspettatamente a interrompere la loro vacanza Harry (Ralph Fiennes), produttore discografico iconoclasta nonché suo ex, insieme alla figlia Penelope (Dakota Johnson), provocando un’esplosione di nostalgia delirante dalla quale sarà impossibile mettersi al riparo.

Tutto nel mondo è burla”: è proprio nell’aria che conclude il Falstaff di Verdi che Luca Guadagnino, per sua stessa ammissione (citando esplicitamente l’opera in questione in uno dei passaggi narrativi chiave) fornisce una delle principali chiavi interpretative di A Bigger Splash, suo primo film in lingua inglese dopo il successo internazionale di Io sono l’amore.

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REGRESSION di Alejandro Amenàbar (2015)

 

Mistero? Sì, ma quanto?

Da anni ormai siamo costantemente invasi da storie sull’occulto, riti satanici, eterno contrasto tra fede e scienza. Dunque dal nuovo film di Alejandro Amenabàr ci si aspettava di più. Invece Regression, l’ultimo thriller del regista spagnolo, non è all’altezza dei precedenti The Others o Mare Dentro.

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TFF 2015, tutti i premi: il miglior film è Keeper

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Si conclude la 33esima edizione del Torino Film Festival. La Giuria di Torino 33 – Concorso Internazionale Lungometraggi, composta da Valerio Mastandrea, Marco Cazzato, Josephine Decker, Jan-Ole Gerster, Corin Hardy ha assegnato i seguenti premi:

Miglior film (€ 15.000): KEEPER di Guillaume Senez (Belgio/Svizzera/Francia, 2015)

Premio Speciale della giuria – Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (€ 7.000): LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia, 2015)

Premio per la Miglior attrice: Dolores Fonzi per il film LA PATOTA di Santiago Mitre (Argentina/Brasile/Francia, 2015)

Premio per il Miglior attore: Karim Leklou per il film COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia, 2015)

Premio per la Miglior sceneggiatura: ex-aequo A SIMPLE GOODBYE di Degena Yun (Cina, 2015) e SOPLADORA DE HOJAS di Alejandro Iglesias Mendizábal (Messico, 2015)

Premio del pubblico: COUP DE CHAUD di Raphaël Jacoulot (Francia, 2015)

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IL VIAGGIO DI ARLO di Peter Sohn (2015)

 

Che la Pixar fosse in grado di stupire è ormai notizia nota, quantomeno dal 1995. Che sarebbe riuscita a regalare un film come Il viaggio di Arlo a pochi mesi di distanza da un capolavoro assoluto come Inside Out, tuttavia, era fuori previsione.

Cosa sarebbe successo se l’asteroide che ha provocato l’estinzione dei dinosauri avesse solamente sfiorato la Terra? Questo il punto di partenza, per arrivare all’evoluta famiglia di apatosauri contadini in cui il cucciolo più piccolo, Arlo, è impacciato e maldestro, spaurito, e per questo preda degli scherzi del fratello maggiore. A seguito di un incidente, Arlo verrà travolto dalla corrente del fiume e trascinato lontano dalla sua famiglia, rimanendo in compagnia di un piccolo “cucciolo d’uomo delle caverne”, Spot.

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TFF 2015: BROOKLYN di John Crowley e A SIMPLE GOODBYE di Degena Yun

 

BROOKLYN di John Crowley (2015)

All’inizio degli anni Cinquanta, dalla piccola e provinciale Irlanda all’affollata e ben più moderna America il passo era tutt’altro che breve. Specialmente per la giovane e ingenua Eilis (Saoirse Ronan), protagonista di questo mélo d’epoca diretto da John Crowley e sceneggiato da Nick Hornby che dopo i passaggi al Sundance Festival e a Toronto è sbarcato al 33esimo Torino Film Festival, in attesa di un prevedibile successo nelle sale.

Fa specie vedere questo racconto di formazione incentrato su una giovane migrante alla scoperta del Sogno americano, in un momento in cui chi cerca una vita migliore in un Paese più ricco suscita dibattiti e proteste xenofobe. Considerazioni socio-politiche a parte, Brooklyn ha tutte le carte in regola per conquistare il grande pubblico. Il bildungsroman di Eilis, che ha l’innocenza e gli occhioni azzurri dell’irlandesissima Ronan (radiosa, intensa, semplicemente perfetta), fa leva sui buoni sentimenti e sulle classiche dinamiche da feuilleton. I dialoghi di Hornby, ahimè, alternano un’ironia pungente e frizzante a tocchi di melensità decisamente fastidiosa, mentre la regia del poco originale Crowley (autore di Intermission) acuisce questo senso di sdolcinatezza, con estenuanti ralenti, toni edificanti e lacrime facili. In tutto questo, va comunque lodato il buon cast, che conta nomi come Jim Broadbent, Domhnall Gleeson e Julie Walters.

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IL CALENDARIO DI DICEMBRE 2015
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Con l’avvicinarsi delle feste natalizie, il mese di dicembre 2015 è davvero denso di titoli in sala, ma è inutile girarci attorno: il film più atteso del mese e dell’anno (forse del decennio?) è Star Wars: Episodio VII – Il risveglio della forza. Con buona pace di Woody Allen e Steven Spielberg, che una scriteriata distribuzione italiana ha scelto di far uscire lo stesso giorno, il 16 dicembre. L’unica soddisfazione? Il fatto che forse, per una volta, nessuno si filerà i soliti cinepanettoni. Ecco tutti i film del mese. E che la forza sia con voi.

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TFF 2015: ARABIAN NIGHTS di Miguel Gomes e CEMETERY OF SPLENDOUR di Apichatpong Weerasethakul

 

ARABIAN NIGHTS di Miguel Gomes (2015)

Dopo il clamore suscitato alla Quinzaine des Réalisateurs, selezione parallela alla quella ufficiale del Festival di Cannes, approda a Torino il film-evento di Miguel Gomes. Un’opera monumentale lontana da qualsiasi deriva meramente autoriale, che vive di una visceralità capace di trovare terreno fertile all’interno di una dimensione favolistica profondamente ancorata alla preoccupante realtà contemporanea, in particolare quella di un Portogallo piegato dalla crisi economica nel biennio 2013/2014. Un trittico suddiviso in tre capitoli autonomi (As Mil e Uma Noites: Volume 1, O Inquieto, As Mil e Uma Noites: Volume 2, O Desolado e As Mil e Uma Noites: Volume 3, O Encantado) a metà tra indagine documentaria e fiction di alta levatura, che riesce a essere uno spaccato sociale, politico e culturale fortemente radicato nel territorio e, al tempo stesso, un racconto corale di statura universale.

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TFF 2015: HIGH-RISE di Ben Wheatley

“Laing aveva dovuto notare attorno a lui una straordinaria quantità di antagonismi appena velati. Il grattacielo aveva una seconda vita tutta sua, poco sotto la schiuma del pettegolezzo professionale si stendeva una dura cappa di rivalità personali. A volte aveva la sensazione che tutti stessero aspettando che qualcuno facesse un grosso errore.”

Londra, anni Settanta. Robert Laing(Tom Hiddleston), medico dall’ambiguo passato, si trasferisce in un avveniristico grattacielo le cui le divisioni di classe sono simbolizzate dallo stanziamento su diversi piani. Dall’aspirante regista Richard Wilder (Luke Evans), confinato nelle zone basse, all’architetto Anthony Royal (Jeremy Irons), creatore del sistema e relegato in una sorta di oasi dorata sulla vetta, passando per la bella Charlotte (Sienna Miller), Laing imparerà le spietate regole dell’edificio, venendo coinvolto in una ribellione destinata a lasciare più di un segno.

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Orrore sotto la Mole. Visioni dalla sezione After Hours al TFF33

 

Da molti anni, il Torino Film Festival è un punto di riferimento per gli appassionati dell’horror che trovano nella sempre ricca sezione After Hours pane per i loro denti affamati. Orrore sotto la Mole. 

Due delle visioni che hanno animato l’inedita Notte Horror (un sabato sera interamente dedicato al genere con una maratona di tre film al Cinema Massimo) sono state tra le pellicole più disturbanti dell’intera manifestazione: l’esordio alla regia di Oz Perkins e il secondo feature dell’australiano Sean Byrne, già conosciuto per il torture The Loved Ones (2009).

FEBRUARY di Oz Perkins (2015)

Un collegio femminile si svuota letteralmente prima delle vacanze di febbraio: rimangono solo la seducente Rose (Lucy Boynton), che ha mentito ai genitori sull’inizio della pausa per poter vedere un ragazzo, e la matricola Kat (Kiernan Shipka), apparentemente abbandonata dalla famiglia. Lungo la strada, una coppia di mezza età dà un passaggio all’emaciata Joan (Emma Roberts), una ragazza con più di un problema da nascondere: le loro vicende e quelle delle collegiali sono strettamente intrecciate, anche se nessuno ancora lo sa.

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TFF 2015: UNDER ELECTRIC CLOUDS di Alexey German Jr e TE PROMETO ANARQUIA di Julio Hernandez Cordon

 

UNDER ELECTRIC CLOUDS di Alexey German Jr.

Scritto da Simone Soranna

Under Electric Clouds è uno dei film più autoriali passati in rassegna sinora alla kermesse torinese. Questo fatto implica una notevole difficoltà di giudizio, che meriterebbe più tempo per essere maturata a dovere e, soprattutto, una seconda visione. Sin da subito però è chiaro che l’opera firmata dal regista russo è una pellicola ambiziosa, lirica, solida, umana e circondata dal primo all’ultimo minuto da un pessimismo lacerante.

Articolato in sette episodi ambientati in un’ipotetica (ma forse non troppo) Russia del 2017, il film segue spaccati di esistenza di diversi personaggi accomunati da un senso di inadeguatezza nei confronti di un alto e spettacolare edificio a rischio di smantellamento. Ricreando un paesaggio livido e desertico, Alexey German lascia muovere i suoi protagonisti all’interno di uno spazio disorientante, omologato e senza punti di riferimento che rispecchia esattamente le loro vite. La componente umana e la solidarietà saranno le carte che (forse) daranno loro accesso ad una via di fuga, lontana dalla freddezza metallica delle macchine (presenti in massa durante il film tra robot, motorini, palazzi, industrie ecc.) e dal rigido individualismo legato alle differenze di razza, lingua e cultura.

Avvalendosi di una regia studiata nei minimi dettagli, con lunghe inquadrature dotate di rara bellezza e movimenti di macchina sinuosi e mai ingiustificati, German riesce a dar prova del suo talento visivo senza mai scendere a patti con lo spettatore. Il film infatti è davvero complesso e spinoso da seguire, calibrato su tempi molto lunghi e su un’estetica autoriale che ricorda decisamente la matrice geografica di provenienza del regista. Affascinante.

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TFF 2015: THE ASSASSIN di Hou Hsiao-hsien

 

A distanza di sette lunghissimi anni dal suo (pen)ultimo lavoro, Le Voyage du Ballon Rouge, ecco il nuovo attesissimo film diretto da Hou Hsiao-hsien. The Assassin (già presentato a Cannes 2015, ora al 33esimo Torino Film Festival, nella sezione Festa Mobile) ha alle spalle una gestazione lunga tanto quanto il periodo di silenzio del regista e ci vogliono solo pochissimi minuti per capire come il lavoro di preparazione non sia stato vano.

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