IL GGG – IL GRANDE GIGANTE GENTILE di Steven Spielberg (2016)

 

L’ennesimo acronimo di Steven Spielberg.

Ebbene sì, anche nel suo ultimo film il nostro caro vecchio “amico” ha usato un acronimo: GGG infatti sta per Grande Gigante Gentileo nella versione originale BFG Big Friendly Giant. Come non ricordare i precedenti E.T. e A.I. Intelligenza Artificiale? Il film, tratto dal romanzo di Roald Dahl, racconta la storia piccola orfana Sophie (Ruby Barnhill) che una notte, affacciata dal suo orfanotrofio di Londra, scorge Il Grande Gigante Gentile, l’essere più gentile tra i suoi simili (molto più temibili e soprattutto mangiauomini, lui è l’unico vegetariano). Per evitare che la piccola riveli la sua esistenza, il Gigante la porte con sé, avvolta in una coperta, nel suo regno. Comincia così una grande avventura che vedrà addirittura coinvolgere Sua Maestà la Regina d’Inghilterra.

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I MIGLIORI FILM DEL 2016

The Hateful Eight - RaiPlay

E per chiudere l’anno: ecco la top 10 dei film del 2016, secondo la redazione di i-FilmsOnline. La classifica fa riferimento ai titoli usciti nelle sale italiane dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno che si sta per concludere.

Dato che la classifica è collettiva (frutto delle preferenze singole di ognuno di noi), in fondo si può trovare il film migliore, il miglior inedito e la delusione/il peggiore di ogni singolo membro della redazione.

In attesa di vostri commenti un caro augurio a tutti i lettori di i-FilmsOnline per uno splendido 2017… soprattutto dal punto di vista cinematografico!

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I (PRE)GIUDIZI DI GENNAIO 2017

lalaland 

Dopo il calendario del mese, è il turno dei nostri pregiudizi: ogni membro della redazione segnala due titoli in uscita nel mese, uno su cui si sente di mettere la mano sul fuoco per un esito positivo (segnalato come “Per me è sì”) e l’altro su cui invece ripone pochissime o nessuna speranza (“Per me è no”). Naturalmente sono (quasi sempre) film che non abbiamo ancora visto, si tratta solo di sensazioni in attesa di conferme.

Come sempre, vi invitiamo a giocare con noi (valutando tutte le uscite mensili) facendoci sapere cosa ne pensate e quali sono le vostre scelte. D’altronde… si tratta soltanto di pregiudizi. Ecco le scelte di ognuno di noi:

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THE NIGHT OF, la recensione

  

Produzione Hbo – In onda su Sky Atlantic

Quando la tv incontra definitivamente il respiro del grande cinema d’autore. Se sull’annullamento delle distanze qualitative tra piccolo e grande schermo si dibatte da anni, tra sostenitori entusiasti della renaissance televisiva e cinefili convinti che la magia della celluloide resti irriproducibile su scala seriale, The Night Of mette d’accordo tutti. Per quanto sia il remake della britannica Criminal Justice, quella creata da Steven Zaillian, Richard Price e Peter Moffat è la miniserie dell’anno, nonché uno dei più grandi prodotti seriali degli ultimi tempi.

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IL CALENDARIO DI GENNAIO 2017

silence

Il 2017 si apre in grande, con un mese di gennaio ricco di uscite interessanti. Spiccano il ritorno di Martin Scorsese con Silence (film del mese per la nostra redazione) e l’attesissimo musical La La Land, con Emma Stone e Ryan Gosling. Di seguito, il calendario completo.

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PATERSON di Jim Jarmusch (2016)

 

An old willow with hollow branches
slowly swayed his few high tendrils
and sang:

Love is a young green willow
shimmering at the bare wood’s edge.

Epitaph, William Carlos Williams

Ci sono delle cascate sulle copertine delle più recenti edizioni di Paterson, poema epico scritto da William Carlos Williams e pubblicato nel 1946. Sono le stesse cascate che osserva Paterson, il protagonista dell’ultimo film di Jim Jarmusch interpretato da Adam Driver. Sono le cascate di Paterson, città del New Jersey dove si svolge l’ultima poesia scritta dal regista nato in Ohio nel 1953. È la (non) storia di una settimana come tante, nelle vite di un ragazzo, una ragazza e un cane. Non c’è un inizio, non c’è una fine, ma un unico flusso, il flusso di una cascata che continua a scorrere, giorno dopo giorno, con differenze talmente minime che è quasi impossibile percepirle.

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OCEANIA di John Musker e Ron Clements (2016)

 

Dopo la parentesi ben riuscita (e quasi profetica) con gli animali antropomorfi di Zootropolis, la Disney torna in sala con la sua nuova principessa, a tre anni di distanza da Frozen. Arrivato in Italia con un titolo modificato (Moana in originale, Vaiana in diversi paesi europei) Oceania ha come obiettivo quello di superare gli incassi e il successo ottenuto da Anna ed Elsa nei ghiacci, ce la farà?

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LE STAGIONI DI LOUISE di Jean-François Laguionie (2016)

 

L’anziana Louise, dopo aver trascorso l’estate nella località balneare a Biligen, perde l’ultimo treno della stagione, ritrovandosi completamente sola nella città deserta e isolata dalle maree, con l’unica compagnia di un cane e dei suoi più antichi ricordi. È lo spunto essenziale e poetico di Le stagioni di Louise, nuovo esempio di come il cinema animato europeo (per adulti) possa sondare l’animo umano con grande profondità. Come in Rughe, come in parte in Appuntamento a Belleville, anche in questo caso il tema centrale è la vecchiaia, affrontato da un regista, Jean-François Laguionie, che di anni ne ha 77 ed è attivo nell’animazione dal 1965.

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FLORENCE di Stephen Frears (2016)

 

New York 1944, la facoltosa Florence Foster Jenkins (Meryl Streep) intrattiene l’èlite cittadina con performance canore, accompagnata al piano da Cosmè McMoon (Simon Helberg). C’è un unico problema: quando canta, la sua voce è straordinariamente ridicola e stonata, ma lei non lo sa. Protetta dal marito (bigamo), l’inglese St.Clair Bayfield (Hugh Grant), che organizza serate con pubblico amico, Florence non scoprirà mai questa sua difficoltà. Ma cosa succede quando deciderà di esibirsi in pubblico alla prestigiosa Carnegie Hall con 3000 invitati non controllati? Il regista Stephen Frears dopo il film su Lance Armstrong, The Program (2015), racconta sensibilmente un’altra autorevole biografia, questa volta della cantante d’Opera più stonata della storia.

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IL MEDICO DI CAMPAGNA di Thomas Lilti (2016)

 

Cosa succede quando è il medico che ha bisogno di essere curato? Ce lo spiega Thomas Lilti nel suo terzo lungometraggio improntato un’altra volta, dopo Hippocrate (2014), nel campo della professione medica. Il regista è particolarmente attento al mondo della medicina perché lui stesso è stato medico da giovane: “Prima di dedicarmi al cinema, facevo il medico. Grazie alla mia professione ho avuto modo di fare delle sostituzioni in ambiente rurale. (…) Una volta diventato regista, mi è naturalmente venuta voglia di trasformare tutto il materiale che avevo immagazzinato in precedenza in un film.” Tutti gli abitanti di un paesino di campagna possono contare su Jean-Pierre Werner (François Cluzet), il medico che li ascolta, li cura e li rassicura giorno e notte, sette giorni su sette, che percorre chilometri su chilometri per raggiungere ogni suo paziente sia con il bello che con il cattivo tempo. Malato a sua volta, Jean-Pierre viene affiancato da Nathalie Delizia (Marianne Denicourt), neolaureata che ha lasciato apposta l’ospedale dove lavorava per aiutarlo. Riuscirà la novizia ad essere all’altezza della professione e a farsi accettare dal riluttante Jean-Pierre?

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UN REGISTA, TRE FILM: TERRENCE MALICK

terrence malick

Si sa, le classifiche si rivelano sempre dei giochi molto complessi da giocare per cinefili incalliti quali siamo noi. Ogni volta si incappa in mille perplessità su quale titolo mettere prima di un altro. Ci sono troppi fattori in gioco, l’obiettività, la soggettività, un attore del cuore, un’inquadratura che sovrasta tutte le altre, una colonna sonora incredibile ecc.

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ROGUE ONE – A STAR WARS STORY di Gareth Edwards (2016)

 

Tradizione e rinnovamento. Il solco in cui si innestava un anno fa Il risveglio della Forza è percorso anche da Rogue One, primo film antologico della saga di Star Wars che introduce la novità dello spin off cinematografico nel mega-progetto Disney/LucasFilm (ne vedremo un altro paio da qui al 2020), raccontando la già (parzialmente) nota missione per rubare i piani della Morte Nera da parte di un gruppo di ribelli. Siamo così a una manciata di giorni prima di Una nuova speranza, che 39 anni fa aprì la saga sci-fi più celebre e amata di tutti i tempi. Al centro, una nuova eroina femminile che dopo Leia e Rey conferma la centralità delle donne nell’universo creato da George Lucas, l’impetuosa ribelle per caso Jyn Erso interpretata dalla lanciatissima Felicity Jones, che si circonda di comprimari di lusso (Diego Luna, Forest Whitaker, Mads Mikkelsen, Donnie Yen) e volti già noti (Jimmy Smits e Genevieve O’Reilly riprendono i vecchi ruoli di Bail Organa e Mon Mothma dalla seconda trilogia), oltre alla special guest star attesa con più ansia: Darth Vader, protagonista di un breve ma importante cameo e nuovamente doppiato da James Earl Jones in originale.

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MISS PEREGRINE – LA CASA DEI RAGAZZI SPECIALI di Tim Burton (2016)

 

Con notevole ritardo (negli Usa in questi giorni è in uscita l’edizione home video) arriva nelle sale la nuova opera di Tim Burton, a due anni di distanza da Big Eyes, con un carico di aspettative non indifferente, contando che la base della pellicola è un romanzo tra i più burtoniani che siano stati scritti: La casa dei bambini speciali di Miss Peregrine, di Ransom Riggs. Dalle pagine del libro prendono inizio le vicende di Miss Peregrine – La casa dei ragazzi speciali, che vede protagonista il giovane Jacob (Asa Butterfield), ragazzo curioso molto legato a suo nonno (Terrence Stamp), che gli lascia dei documenti e delle foto molto particolari, su cui il ragazzo decide di indagare. Si trova dunque al cospetto di Miss Peregrine (Eva Green) e dei suoi ragazzi particolari, ognuno con la sua abilità e con i suoi segreti: scoprirà anche che ci sono delle creature mostruose desiderose di ucciderli.

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BLACK MIRROR, la recensione della terza stagione

 

 

Mondi distopici inquietanti e all’insegna dell’aberrazione, futuri (molto) prossimi che ci raccontano come il rapporto tra uomo e tecnologia possa portare alla perdita di umanità. Se Black Mirror, serie antologica creata dal geniale autore-produttore britannico Charlie Brooker, è uno dei cult televisivi più venerati degli ultimi anni è perché il fosco domani ritratto nei suoi episodi autoconclusivi del tutto indipendenti (una formula che richiama alla mente un classico storico come Ai confini della realtà) non è altro che una lettura del nostro presente: iperbolica e ai confini della sci-fi, certo, ma terribilmente verosimile e certamente profetica. Correva l’anno 2011 quando apparve per la prima volta sul piccolo schermo, prodotta dalla rete britannica Channel 4: tre episodi di fulminante intelligenza, cui seguì una seconda stagione nel 2013 (altri tre episodi) e uno speciale natalizio nel 2014. Dopo una pausa, la verve creativa di Broker ha trovato nuovo sfogo grazie all’intervento di Netflix, che ha prodotto una terza annata da sei episodi (la quarta è attesa per il 2017). Plauso al colosso americano dello streaming, che ha regalato al pubblico il doveroso prosieguo di un grande prodotto con una stagione che, per quanto leggermente meno sferzante e convincente delle precedenti, resta un esempio di altissima qualità narrativa e drammaturgica.

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