Antonio Albanese ci presenta la sua nuova fatica, Contromano, anche se, a dirla tutta, la fatica facciamo noi. Un film che dovrebbe essere una commedia (ma non si ride), in parte anche drammatica (ma non si piange) e in parte filosofica-moralistica (senza particolari riflessioni o approfondimenti). Mario (Albanese), un uomo di mezza età milanese, ripete tutti i giorni le stesse azioni: beve il caffè al solito bar, lavora al suo negozio di calze d’alta moda, torna a casa a occuparsi dell’orto in una routine che lo soddisfa e lo appaga. L’unico a mettergli i bastoni fra le ruote è il senegalese Oba (Alex Fondja) che ha deciso di vendere la sua stesse merce, ma a buon mercato. Preferendo il contatto umano e una bella dose di insistenza, riesce a guadagnare molto di più dall’uomo borghese. Quest’ultimo, arrivato al colmo dell’esasperazione, “per rimettere le cose a posto” decide di rapire Oba e riportarlo al suo Paese, in un viaggio in auto Milano-Senegal “sola andata”.
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