Far East Film Festival 2020: KIM JI-YOUNG, BORN 1982, la recensione

KIM JI-YOUNG BORN 1982

La condizione della donna nella Corea contemporanea è uno dei temi al centro di questo Far East Film Festival. Se già Vertigo mostrava una protagonista alle prese con una società maschilista, la tematica è affrontata in modo ancora più diretto con Kim Ji-young, Born 1982. Tratto da un romanzo molto venduto e discusso in patria, vede una donna tanto schiacciata nel suo ruolo di moglie e madre e oppressa da una cultura sessista da manifestare una sindrome singolare: talvolta si dissocia da se stessa ed è vittima di uno sdoppiamento di personalità.

Forte di una grande interpretazione da parte della protagonista Jung Yoo-mi, il film della regista e attrice Kim Do-young scava con profondità e intelligenza nel malessere di una donna bloccata, alle prese con aspettative, pregiudizi, aberrazioni di un patriarcato che soffoca aspirazioni e identità. Senza retorica né eccessi, restituisce un’immagine impietosa della società coreana, riuscendo a raccontare sia le sfumature femminili (tra bisogno di libertà, disperazione e stereotipi automposti dalle donne stesse) che quelle maschili (colpisce il personaggio del marito, amorevole ma a lungo incapace di comprendere le esigenze di Kim Ji-young). Un film potente e di grande dignità, da vedere anche fuori dai confini coreani.

Voto: 3/4

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