LA STANZA DELLE MERAVIGLIE di Todd Haynes (2017)
Tratto dal famoso romanzo di Brian Selznick, autore anche de La Straordinaria Invenzione di Hugo Cabret, portato al cinema da Martin Scorsese, La stanza delle Meraviglie di Todd Haynes narra la storia di Ben e Rose, due bambini di epoche diverse che segretamente desiderano una vita diversa dalla propria. Ben abita nel Minnesota del 1977 e, dopo aver perso l’udito a causa di un fulmine, decide di partire per New York alla ricerca del padre che non ha mai conosciuto. Rose, bambina sordomuta, abita nel New Jersey del 1927; tenuta isolata dai coetanei e dal resto del mondo lascia la casa alla volta di Manatthan perché sogna Lillian Mayhew (Julianne Moore), una misteriosa attrice di cui raccoglie foto e notizie in un album. Qualcosa spinge i due ragazzi alla ricerca di quello che hanno perduto con una simmetria ipnotica. Le loro scoperte attraversano anni di silenzio e di rimpianti mentre le due storie procedono parallele per poi intrecciarsi in maniera inaspettata in un visionario gioco di simmetrie, tra stupore e speranza.
Haynes, sublime esteta, dà vita ad una favola sulla forza evocativa dell’immagine filmica. È disarmante il modo in cui riesce a farci sentire i personaggi, la loro vita, e, come in ogni suo film, sorprende la sua capacità di controllare il mondo che ci mostra/svela. Soltanto un regista del suo calibro, con una grande cultura cinematografica e dotato di un’ottima padronanza tecnica, poteva tradurre e catturare in immagini la magia di questo libro. Le parole popolano la nostra immaginazione e, mentre seguiamo i due piccoli personaggi nella loro avventura, le parole a poco a poco si disperdono e ci limitiamo semplicemente a osservare incantati ciò che accade davanti ai nostri occhi.
Haynes con questa fiaba malinconica ci porta dentro un viaggio cinefilo in atmosfere e immaginari del passato dove il suo team sorprende ancora una volta per il lavoro sopraffino – a cominciare dalla fotografia di Edward Lachman e dai costumi di Sandy Powell – nel ricreare lo spirito di un intero decennio in cui il bianco e nero si alternano creando un dialogo tra le due diverse epoche.
La stanza della meraviglie è una Space Oddity per ragazzi in cui lo stupore non è generato da eventi sovrannaturali o da giochi di prestigio, ma è inerente alla connessione fra tempo e spazio, personaggi ed eventi, in una New York incantevole e seducente che diventa a tutti gli effetti il cuore pulsante dei due piccoli protagonisti.
Haynes, dopo lo struggente Carol aggiunge un nuovo importante tassello alla sua carriera artistica, toccando (nuovamente) vie sperimentali – attraverso la purezza dello sguardo di un bambino – per mostrarci il potere della trasformazione in un suggestivo trip audiovisivo pregno di tutto il suo milieu creativo.
Voto: 2,5/4