PERSONAL SHOPPER di Olivier Assayas (2016)

personal-shopper Regista, sceneggiatore e critico cinematografico, Olivier Assayas racchiude al meglio la figura di regista contemporaneo in grado di unire raffinata cinefilia d’essai e capacità di rapportarsi al presente con una idea di cinema assolutamente moderna e per nulla fine a se stessa. Tipicamente francese e snob al punto giusto, Assayas incarna un cinema d’autore liquido e sfuggente, che richiede molto allo spettatore senza per questo risultare oltremodo respingente. Prix de la mise en scène al Festival di Cannes 2016, Personal Shopper rappresenta un ulteriore, imprescindibile tassello all’interno di una filmografia in continuo divenire. Strettamente connesso al precedente Sils Maria (2014) anch’esso presentato sulla croisette, non solo per la presenza di Kristen Stewart, Personal Shopper è un paradigmatico esempio di cinema puramente teorico che incontra le istanze di un genere, il thriller soprannaturale, per portare sullo schermo un racconto concettuale sulla perdità di identità, la paranoia contemporanea nell’era digitale, la scissione del corpo dallo spirito.

Maureen (Kristen Stewart) è una giovane sensistiva che lavora all’interno del mondo dell’alta moda parigina. La sua vita viene sconvolta quando inizia a essere minacciata da una sinistra presenza soprannaturale, che la contatta attraverso alcuni messaggi sul cellulare. Maureen sprofonderà in un incubo senza fine in cui è sempre più difficile distinguere realtà e paranoica immaginazione. Un quadro astratto dal fascino indiscutibile, di difficile fruizione nonostante un fuorviante abito mainstream, in cui alle sfuggenti presenze fantasmatiche si affiancano le tangibili ossessioni di un poco rassicurante presente. Straordinaria la Stewart, che riesce a concentrare su di lei il cuore pulsante del film in una prova superba. Ma che sia una grande attrice non è certo una novità. Un’opera chiaramente imperfetta, vittima di alcuni imperdonabili scivoloni (le parentesi più horror, il finale) ma capace di spingersi con coraggio in un terreno insondabile.

Voto: 2,5/4