MONUMENTS MEN di George Clooney (2014)
Pioggia di stelle alla Berlinale 2014: arrivano in Germania i soldati esperti d’arte di Monuments Men, pellicola presentata fuori concorso e diretta/interpretata da George Clooney. Nel cast, oltre al duttile George, ci sono i premi Oscar Jean Dujardin, Cate Blanchett e Matt Damon e gli eterni Bill Murray e John Goodman.
Tratto dall’omonimo libro di Robert M. Edsel, Monuments Men narra la storia (vera) del plotone americano, composto da esperti d’arte, che durante la seconda guerra mondiale cercò di recuperare i capolavori rubati dai nazisti (intenzionati a distruggere tutto prima della definitiva resa). L’esperto d’arte Frank Stokes (George Clooney), preoccupato per le devastazioni e i furti che i nazisti stanno compiendo in Europa, riesce a ottenere l’autorizzazione governativa per formare una vera e propria task force di specialisti da impiegare per il salvataggio del patrimonio artistico occidentale. Tra le opere da recuperare, il celeberrimo pollittico dell’Agnello Mistico di Jan Van Eyck e la Madonna di Bruges di Michelangelo.
Stokes chiama così a raccolta una serie di vecchie conoscenze, dall’architetto di Chicago Richard Campbell (Bill Murray) all’esperto museologo Donald Jeffries (Hugh Bonneville) e li sguinzaglia in giro per l’Europa a caccia delle collezioni cadute in mano nazista, intenzionalmente destinate a un mastodontico Führersmuseum a Linz.
Monuments Men sembra una sorta di Ocean’s Eleven ambientato ai tempi del secondo conflitto mondiale: i toni sono spesso grotteschi e troppo leggeri, tanto da rendere superficiale l’importante soggetto che vi è alla base. Se era lecito aspettarsi da Cloonley e dalla sua banda, che vanta tra gli altri membri l’amico di sempre Matt Damon, l’inclinazione alle facezie e agli ammiccamenti cool, la gigionaggine irrisolta del film è davvero eccessiva per essere giustificabile.
Clooney fatica a trovare il giusto registro narrativo e la sua messinscena (s)cade continuamente in momenti retorici e in sequenze ridondanti. Nemmeno il cast all-star funziona come dovrebbe: l’unica a salvarsi è Cate Blanchett mentre Matt Damon, Jean Dujardin e Bill Murray si limitano a svolgere il loro compitino senza mai riuscire ad alzare il livello della pellicola.
Rischia di perdersi nel marasma generale anche il messaggio che il regista ci terrebbe a veicolare e che si va svilendo in un finale assolutamente ricattatorio e decisamente poco adeguato: l’importanza dell’arte come testimonianza delle singole vite di ognuno, che rischiano di cadere nel dimenticatoio del tempo in mancanza di manufatti dal valore estetico immortale. Neanche il commento musicale del sempre bravo Alexandre Desplat riesce a sollevare le sorti di un’opera piatta, quasi svogliata e sicuramente non centrata. Peccato, perchè portare l’attenzione su un tema poco conosciuto e poco frequentato dalla Hollywood mainstream (Indiana Jones a parte) come quello dei furti e delle devastazioni di opere artistiche da parte dei nazisti era un obiettivo tanto nobile quanto ambizioso. Ma il film di Clooney, nonostante i suoi intenti, non rimarrà certo tra le creazioni memorabili nella storia dell’uomo.
Voto: 1,5/4