FCAAAL 2016: STOP di Kim Ki-duk (2015)

 

Dopo Ryuzo and the Seven Henchmen di Takeshi Kitano, il 26° FCAAAL offre in anteprima italiana, per la categoria Flash, l’opera di un altro grande nome del cinema orientale: il sudcoreano Kim Ki-duk.

In Stop, Miki (Natsuko Hori) e Sabu (Tsubasa Nakae) sono una giovane coppia costretta a trasferirsi a Tokyo a seguito del disastro nucleare di Fukushima nel 2011. La relazione fra i due, inizialmente idilliaca, si complica una volta rivelata la gravidanza della donna: tenere il bambino nonostante il rischio di malformazioni o abortire? Il dramma famigliare diviene però presto occasione per una riflessione di ben più ampie proporzioni, ossia quella sul sovra consumo elettrico e le centrali nucleari.

Presentandosi quale provocatorio manifesto di denuncia degli errori umani contro la natura, il prodotto finale di Kim Ki-duk è, sia da un punto di vista contenutistico che registico, molto più deludente di quanto ci si possa aspettare.

La pellicola appare drasticamente divisa in due blocchi, l’uno dedicato al dramma della coppia, l’altro alla questione ambientalistica; ma le due linee narrative – entrambe parecchio gravose – non riescono mai a compenetrarsi con la giusta efficacia, né risultano approfondite con la dovuta sensibilità; anzi, i punti di svolta che le alimentano appaiono tanto fulminei da perdere credibilità.

Con Stop Kim Ki-duk sceglie di intraprendere la via del film a bassissimo costo, sobbarcando sulle sue sole spalle l’incarico della regia, della sceneggiatura, del montaggio, della direzione artistica e della produzione. L’intento è forse quello di conferire un tono maggiormente intimistico a due drammi di tali proporzioni, ma l’impressione è che a venir meno sia proprio la raffinata vena autoriale, a vantaggio di uno sperimentalismo low budget non privo di pecche.

Una pellicola che, capace di destare curiosità per tematiche e scelte tecnico-registiche, certo poteva dare qualcosa in più.

Voto: 1,5/4

Viola Franchini