NEBRASKA di Alexander Payne (2013)
Alexander Payne ha una dote molto rara per il cinema contemporaneo: riesce a trasformare la materia più quotidiana e sentimentale, ad altissimo rischio retorico, in un racconto sottile, raffinato ma sempre intelligente.
Al sesto lungometraggio, il primo che non lo vede coinvolto nella stesura dello script, il regista di Omaha riflette ancora sulla famiglia e sul dolceamaro, spinosissimo, rapporto padre-figlio situato nella fase terza età. La fase dei dubbi, dei rimpianti, della paura di essersi sprecati, dell’ansia del tempo che fugge. E per farlo ritorna al Nebraska da cui proviene, scegliendo un bianco e nero elegante, essenziale, cristallino come la storia struggente e divertente che mette in scena.