MINDHUNTER di David Fincher, recensione episodi 1-2
“Come possiamo anticipare dei pazzi se non sappiamo come ragionano i pazzi?”
Interrogativo emblematico, pronunciato dall’agente Bill Tench (Holt McCallany) per convincere il suo superiore della bontà dell’idea del suo collega, Holden Ford (Jonathan Groff), il quale ha l’intuizione di interrogare i serial killer per capire come funziona la loro mente, in maniera da poterli studiare e, così facendo, comprenderli. Questa, di fatto, la sinossi di Mindhunter, ultima serie prodotta da Netflix, basata sul libro Mind Hunter: Inside FBI’s Elite Serial Crime Unit, e firmata da David Fincher, che che si occupa anche della regia dei primi e degli ultimi due episodi, sui 10 totali.