IN GRAZIA DI DIO di Edoardo Winspeare (2014)

in-grazia-di-dio-locandinaOltre due ore che ruotano intorno a una storia familiare ambientata in Puglia ai tempi della crisi, girando a vuoto, senza prendere una direzione precisa: questa è l’impressione che dà In grazia di dio. Verso l’inizio degli anni Duemila Edoardo Winspeare, classe 1965, sembrava dover diventare una grande promessa del cinema di casa nostra: salentino legato a doppio filo alle proprie terre, aveva interessato la critica con Sangue vivo (2000) e Il miracolo (2003), per poi sparire dalle scene fino al 2008 (Galantuomini), dopo il quale si è eclissato nuovamente.

La volontà del regista di raccontare la Puglia ai tempi della crisi vista dallo sguardo corale di una famiglia matriarcale si scontra con il suo stesso desiderio di entrare nello specifico dei personaggi, di scandagliarne la psicologia: il risultato è un’opera raffazzonata, lunga ma poco coesa, le cui intenzioni rimangono nebulose fino alla fine.

 

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BERLINALE 2014 – GIORNO 7

aloft-poster01Neanche l’ingresso dell’Italia serve a dare lustro a questa Berlinale. Il pugliese Edoardo Winspeare porta il suo ultimo In grazia di Dio nella sezione Panorama ma lascia attoniti, con la sensazione di aver visto un film incompleto. Stranisce anche, ma era prevedibile, il regista cult Bruce LaBruce con il surreale e fallocentrico Pierrot Lunaire nella sezione Forum Expanded. In concorso, il cinese Black coal, thin ice ci riporta alla stagione del thriller anni ’90, mentre qualche piccola novità viene da Aloft della regista Claudia Llosa, già Orso d’Oro nel 2009 con La teta asustada.

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