LITTLE SISTER di Hirokazu Kore-eda (2015)
 
Dopo la vittoria del Premio della Giuria a Cannes nel 2013 con Father and Son, Hirokazu Kore-eda torna a parlare di drammi familiari in Little Sister, stavolta con un occhio più benevolo e toni più leggeri rispetto al passato. Questa inversione di stile non corrisponde a una nuova sorgente creativa, ma piuttosto sembra che una simile modalità di narrazione, buonista e rilassata, non sia nelle sue corde. 

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Cannes 2015: OUR LITTLE SISTER di Hirokazu Kore-Eda

 

A due anni di distanza dalla sua ultima presenza sulla Croisette (nel 2013 Father and Son si aggiudicò persino un riconoscimento da parte della giuria) torna in concorso il regista nipponico Hirokazu Kore-Eda. Famoso in tutto il mondo per il suo stile sensibile e pacato, capace di smuovere gli animi dei più su tematiche e vicende familiare dal forte impatto emotivo, l’autore non smentisce di voler prendere le mosse proprio da queste caratteristiche, dirigendo una pellicola che vede per protagoniste tre affiatate sorelle che incontrano per la prima volta la loro più giovane sorellastra solo in seguito alla scomparsa del padre. Le credenziali per bissare il successo di Father and Son ci sono tutte, purtroppo però Our Little Sister riesce a raggiungere solo per metà le vette di cui sopra.

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FATHER AND SON di Kore-Eda Hirokazu (2013)

father-and-son-posterUna giovane coppia benestante, i Nonomiya, forse non del tutto felice: un padre in carriera, Ryota, ossessionato dal successo che vorrebbe crescere il piccolo Keita a sua immagine e somiglianza, tutto dedizione al lavoro e sacrificio. Una madre fragile, guardata dal marito con un misto di tenerezza e vago disprezzo per il suo appartenere, in tutto e per tutto, al sesso debole. Un bambino docile e remissivo, che si impegna per essere ammesso alle scuole più prestigiose (in Giappone la corsa alla miglior istruzione privata inizia già alle elementari) e si esercita al piano ogni giorno per compiacere il papà, anche se preferirebbe giocare.

Una storia come tante nel Giappone di oggi. Un’improvvisa telefonata spazza via tutte le certezze del granitico padre, tutte le sue aspettative, tutto il percorso già rigidamente impostato per la vita di Keita: l’ospedale in cui è nato il bambino li avverte che c’è stato un involontario scambio di neonati e il loro figlio biologico abita con un’altra famiglia, dal tenore di vita nettamente inferiore.

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Cannes 66 – Giorno 4. Cinema asiatico ancora protagonista, ma c’è anche spazio per Benicio Del Toro

like-father--like-sonLIKE FATHER, LIKE SON di Hirokazu Kore-Eda

Il cinema asiatico ancora protagonista al Festival di Cannes: dopo la buona accoglienza riservata ieri a A Touch of Sin del cinese Jia Zhang-ke, oggi è la volta del toccante Like Father, Like Son, diretto dal giapponese Hirokazu Kore-Eda. Un film sorprendente e che entra già di diritto nella rosa dei favoriti per la vittoria della prestigiosa Palma d’Oro.

La trama ruota attorno a una giovane coppia benestante, con un bambino di sei anni di nome Keita, che vede la propria vita sconvolta da un’improvvisa telefonata: l’ospedale in cui è nato Keita li avverte che c’è stato un involontario scambio di neonati e il loro figlio biologico abita con un’altra famiglia, dal tenore di vita nettamente inferiore.

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