SING STREET di John Carney (2016)

 

Cosa fare nella sonnolenta Dublino del 1985, quando i tuoi litigiosi genitori ti spediscono in una rigida scuola cattolica infestata dai bulli? Semplice: inseguire il sogno di fondare una band, anche solo per conquistare il cuore di una ragazza bella e impossibile. L’irlandese John Carney torna, dopo il malriuscito Tutto può cambiare, alla delicata poesia del suo gioiellino Once, forse superandolo addirittura per compattezza narrativa e maturità stilistica.

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TUTTO PUÒ CAMBIARE di John Carney (2013)

tutto-puo-cambiare-locandinaCan a Song Save Your Life? Può una canzone salvarti la vita? Così recitava il titolo di lavorazione di questo film, successivamente ribattezzato Begin Again e distribuito in Italia, molto banalmente, come Tutto può cambiare. Torna il regista e sceneggiatore irlandese John Carney a sette anni di distanza dall’ottimo Once, dolcissima commedia di stampo musicale capace di conquistarsi un Oscar per la miglior canzone nel 2006 e diventare una pellicola di culto. Dopo aver girato, nel frattempo, Zonad e The Rafters, passati inosservati al di fuori delle isole britanniche, Carney ci regala un film che di Once è la copia carbone su scala più ampia, un altro incontro tra due angeli solitari a tempo di pop, dove la Dublino invernale e gioiosa del primo film cede il posto a una New York solare ed energica, in una produzione totalmente americana che vede protagonisti Keira Knightley e Mark Ruffalo.

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